PALERMO – Un ulteriore rinvio nel processo che si sta celebrando sul caso Lena, processo che dovrà chiarire tutti i punti ancora oscuri sulla tragica morte dello studente universitario di Cammarata, avvenuta lo scorso dicembre 2013 mentre il ragazzo si allenava nella palestra New Center Body System in via Stazzone a Palermo.

In occasione dell’udienza di questa mattina, i familiari del ragazzo hanno appreso che il giudice nominato all’inizio del processo è stato sostituito da un nuovo giudice che si è però dichiarato incompatibile avendo seguito in precedenza alcune fasi del processo. Perché il processo vada avanti si dovrà attendere una nuova nomina.

Sono già passati più di tre anni da quella tragica notte, la famiglia Lena è ancora in attesa di risposte e verità e nuovo dolore si aggiunge a quello della perdita di un figlio: “Ad oggi dopo tre anni e mezzo si parte da zero – si sfoga il papà del ragazzo, Francesco Lena – ancora un giudice da nominare, come se nulla fosse successo dalla prima udienza, che ha visto incardinare questo processo per omicidio che vede coinvolti tre imputati”.

Il papà di Giuseppe teme che “nessuna giustizia si palesi all’orizzonte”, “che tutto finisca in una bolla di sapone” e si chiede che senso abbia “incardinare dei processi quando l’andamento deve solo essere quello di procrastinare, allungare, non attuare quello che il processo deve portare come risultato, la verità e la giustizia”.

La famiglia di Giuseppe continua a credere con convinzione nella forza dell’amore che il proprio figlio ha regalato e sta regalando a tante persone: “E’ l’amore – conclude – l’arma vincente che stravolge le menti contorte di chi pensa di far apparire una realtà diversa da quella effettiva, di chi pensa di utilizzare il potere per piegare il mondo ai suoi piedi, o di chi nella sua intima solitudine, quindi coscienza, sa cosa sia successo realmente quella stramaledetta sera del 13 dicembre 2013”.