CAMMARATA – Il 10 febbraio si celebra il “Giorno del Ricordo”, per commemorare e per non dimenticare gli orrori della pulizia etnica perpetrata dal Maresciallo Tito in Istria e Dalmazia nel secondo dopoguerra.
Migliaia di cittadini nella regione compresa tra l’ Istria, Fiume e la Dalmazia, vennero arrestati e gettati vivi nelle Foibe, grotte profonde tipiche del Carso. Furono circa cinquemila gli italiani uccisi, e oltre 350.000 quelli sfollati da quelle regioni per rifugiarsi nei campi profughi o, addirittura, all’estero.
Anche Cammarata ebbe delle vittime in questa immane tragedia, Emanuele Bongiovanni, al quale nel 2009 è stata conferita una medaglia alla memoria, e Filippo Coniglio.
Di quest’ultimo si sono avuti ulteriori dettagli sulla sua tragica morte, grazie ad una recente lettera pervenuta al Comune di Cammarata da parte di una associazione che ricerca i parenti delle vittime di quel genocidio.
Coincidenza o destino, a ricevere questa lettera è stato un pronipote: l’attuale Sindaco Vincenzo Giambrone. Filippo Coniglio era infatti fratello di suo nonno materno Antonino Coniglio.
Anche il Vicesindaco Giuseppe Bastillo è coinvolto in questa vicenda, essendo anche lui nipote del nonno materno Antonino Coniglio, ed è per questo che ha subito contattato l’Associazione per fornire le notizie in suo possesso ed avere ulteriori particolari su questa triste storia della sua famiglia.
E’ la mamma del Sindaco Giambrone, la signora Ausilia Coniglio, quasi novantenne, che con commozione ci racconta di questo suo zio al quale era molto affezionata.
Primogenito di tre figli, Filippo, nato a Cammarata il 14 aprile 1895, era un Agente scelto di Pubblica Sicurezza in servizio a Firenze, città nella quale conosce e sposa Berta Barbieri.
Non avendo figli, chiese insistentemente a suo fratello Antonino, di affidargli la sua nipote prediletta Ausilia. Il desiderio fu esaudito, ed Ausilia dall’età di 5 anni si trasferì a Firenze dalla zia Bertina e zio Filippo, dove frequentò le scuole elementari.
Lo zio Filippo, amante della musica e bravissimo strumentista, volle trasmettere questa sua passione alla nipote facendole studiare pianoforte. Divenne ben presto padrona dello strumento, tanto da partecipare a vari concorsi musicali e vincere diversi premi. A nove anni Ausilia ritorna dai genitori a Cammarata, ma i contatti con gli zii si mantengono costantemente attraverso lettere. Durante la seconda guerra mondiale, Filippo ed altri militari furono catturati ed imprigionati dai partigiani. Solo l’Arcivescovo di Firenze, dopo tantissimi giorni di insistenza, fu autorizzato a portare viveri e vestiti a quei prigionieri. In quella circostanza si seppe però che Filippo ed altri suoi compagni non erano più in detta prigione, perché trasferiti altrove.
Il 16 giugno 1945, il capo della questura di Fiume, dott. Amato, venne fucilato nel campo di Grobnico insieme ad altri 50 agenti di polizia e tra essi Filippo Coniglio.
Tali Caduti vennero massacrati in spregio di ogni convenzione e consuetudine internazionale perché il conflitto era formalmente terminato. La sola incertezza sulla sorte di quei Martiri riguarda i dettagli della fine cui vennero costretti dagli assassini, per la maggior parte fucilati presso l’aeroporto di Grobnico, ma altri scomparvero nell’inferno dei campi jugoslavi, ed alcuni probabilmente infoibati.
In questa giornata, il Comune di Cammarata, vuole ricordare, i suoi concittadini Emanuele Bongiovanni e Filippo Coniglio, e tutte quelle persone perite per difendere la pace e la libertà della Nazione, principi indelebili sanciti dalla nostra Costituzione.

ENZO LI GREGNI

(nella foto Filippo Coniglio con la moglie Bertina)