ROMA – “Il criterio dei 500 parti ogni anno non può essere l’unico parametro per mantenere l’operatività dei punti nascita. Con tempi di percorrenza superiori all’ora, per altro su strade dissestate e con avverse condizioni meteo, si mette a rischio la salute delle madri e dei nascituri”. Lo ha detto il deputato di Sinistra Italiana-Sel Erasmo Palazzotto che ha depositato un’interrogazione parlamentare sulla vicenda della chiusura dei centri di Mussomeli e Petralia Sottana. È prevista per giovedì 14 gennaio la manifestazione che partirà da piazza Umberto alle 10:30 e che ha come obiettivo quello di creare un fronte compatto di mobilitazione generale.
“Per effetto del decreto Lorenzin si procede a chiusura dei “Punti Nascita” che non registrano un numero di parti/anno pari o superiori al numero di 500. – si legge nel testo del deputato Palazzotto – In tale situazione si trovano i punti nascite di Petralia Sottana e Mussomeli. Da fonti di stampa si apprende che, in presenza di adeguato e moderno apparato tecnico e di una struttura moderna, il principale ostacolo per rientrare nei parametri riguarda il personale. Tale situazione verificatasi già nei presidi di Corleone e Partinico è stata risolta accorpando i due presidi e ricorrendo alla turnazione garantendo così gli standard richiesti nelle more dell’assunzione del personale vincitore di concorso
Da notizie di stampa si apprende inoltre che altre strutture, pur in condizioni di parti/anno simili a quelle registrate a Petralia otterranno una deroga per continuare ad operare. In analoga situazione – a quella di Petralia (ndr) – si trova il punto nascite di Mussomeli, provincia di Caltanissetta, ospitato dall’ospedale “Longo”
La struttura costituisce l’unico punto di riferimento per l’area cosi detta “Vallone-Alto Platani” composta da numerosi comuni della Sicilia interna a cavallo tra le provincie di Palermo, Agrigento e Caltanissetta e nello specifico i comuni di Mussomeli, Acquaviva Platani, Sutera, Campofranco, Milena, Bompensieri, Villalba, Vallelunga, Marianopoli, Casteltermini, Cammarata, S.Giovanni Gemini, Roccapalumba, Castronovo, Lercara, Alia, Valledolmo.
Come nel caso dell’ospedale Madonna dell’Alto di Petralia il centro di Mussomeli serve un’area caratterizzata da notevolissimi disagi, disagi derivanti tanto dalle condizioni generali che dallo stato di dissesto delle arterie provinciali. Le condizioni, pertanto, appaiono, come nel caso di Petralia, foriere di rischi negli spostamenti per raggiungere i Punti Nascita alternativi con lunghi tempi di percorrenza.
Ciò premesso si chiede di sapere i motivi per cui non si è inteso concedere deroga nei confronti dell’ospedale Madonna dell’Alto e dell’ospedale “Longo” di Mussomeli e i criteri con i quali detta deroga sia stata riconosciuta alle strutture di Bronte e Licata. Si chiede inoltre di sapere se, per quanto esposto in narrativa, le condizioni particolari delle aree interne della Sicilia non meritino un ulteriore parametro per la concessione del nulla osta operativo oltre al criterio numerico Parti/Anno”.