ECCELLENZA – Il 2015 delle squadre “Sicane”: il bilancio delle nostre realtà è agrodolce

MONTI SICANI – Il 2015 sta per salutarci e con sé lascia ricordi più o meno positivi. Il bilancio delle nostre realtà calcistiche risalenti al panorama dei Monti Sicani è agrodolce. Noi ci soffermiamo solamente sulle squadre che militano in Eccellenza, anche perché sono le uniche che rappresentano il nostro territorio a livello regionale. C’è una bella realtà che da un paio d’anni si è confermata: l’Atletico Campofranco. Un’altra che cerca gloria: il Mussomeli. Poi, andando più giù, c’è il Kamarat che ad aprile aveva salutato l’Eccellenza perchè retrocesso direttamente, per essere ripescato poi sul filo di lana. C’è pure il Gemini: ah, il vecchio San Giovanni Gemini adesso non c’è più. E’ scomparso e ha dato spazio ad una nuova matricola: il Gemini calcio ripartito dalle basi, dalla Terza Categoria. Tutte società che “resistono” alla profonda crisi che ha “colpito” e “affossato” parecchie società siciliane.

atletico campofrancoAndiamo con ordine e partiamo dall’Atletico Campofranco, come detto realtà solida e affermata da quasi tre anni. Il calore del proprio pubblico e una dirigenza appassionata e ambiziosa ha consentito ai giallorossi di chiudere il 2015 positivamente. Sono stati 45 i punti conquistati la scorsa stagione (2014-15) in cui Morreale e compagni, guidati da mister Salvatore Restivo, avevano chiuso al sesto posto in classifica e ad una manciata di punti dai play off. Un po’ confusionale la gestione tecnica della stagione in corso d’opera. A luglio viene presentato Fabio Vitale al quale è affidata la panchina. L’inizio poco promettente dei giallorossi complica le cose e così, dopo alcuni tira e molla, la guida tecnica è stata trasferita sulle mani del palermitano Andrea Pensabene lo scorso mese d’ottobre. E la mossa della società di Campofranco sembra essere stata quella giusta. Dopo un bel rodaggio, Polito e compagni hanno ritrovato anzitutto la continuità e i risultati. L’anno solare dell’Atletico Campofranco si è chiuso con un decimo posto frutto di 18 punti e con una lunghezza in più dal treno play out. L’auspicio dell’ambiente è che il 2015 porti l’attesa salvezza: l’obiettivo principale di questa realtà.

kamaratE’ il 12 Aprile 2015: il Kamarat saluta l’Eccellenza dopo nove anni. I biancoazzurri allora allenati da Maggio (dopo una stagione dai due volti), nell’ultima gara di campionato perdono di misura contro il Paceco e dicono addio al raggiungimento dei play out e quindi della salvezza. E’ retrocessione diretta. Sembra che il giocattolo si sia rotto dopo gli ultimi anni poco rilevanti dal punto di vista gestionale. Si parla di fallimento, di una società assente e che difficilmente prenderà nuovi incarichi. Ai primi di luglio ecco la svolta: vecchi e nuovi dirigenti scendono di nuovo in campo. Con un solo obiettivo: vogliono il ripescaggio in Eccellenza. E l’ottengono a metà agosto quando i biancoazzurri ritrovano la categoria abbandonata soltanto pochi mesi prima. Il Kamarat è rivoluzionato e la rosa si presenta assai innovativa. In panchina c’è Salvatore Restivo e il suo braccio destro Scozzaro. Dopo un avvio poco promettente per via di un organico incompleto, il Kamarat comincia a girare per il verso giusto. Arrivano le prime affermazioni, ma sul più bello ecco l’inattesa e clamorosa notizia: mister Restivo lascia Cammarata e con lui anche Scozzaro per motivi familiari. La squadra viene stravolta. E’ una vera botta psicologica difficile da digerire. Il successore si chiama Paolo Scalia che non si fa pregare due volte e accetta la sfida. Di Piazza e compagni chiudono il girone d’andata nel peggiore dei modi, con la miseria di 13 punti e con un terz’ultimo posto tutt’altro che rassicurante. La società, nel frattempo, concretizza sette colpi di mercato che si spera siano in grado di migliorare l’andamento (Lepre, Li Castri, Giannusa, Albeggiano, Sposito, Di Giovanni, Cardinale). L’ultima sconfitta del 2015 è clamorosa, amara, demoralizzante: i biancoazzurri cadono a Grotte 2-0 contro l’ultima in classifica, la Libertas 2010. Il modo peggiore per affrontare le vacanze natalizie. Un pacco regalo orribile per Paolo Scalia. Alla ripresa del campionato servono le vittorie (sfortuna permettendo) e soprattutto servirà un girone di ritorno ai limiti della perfezione.

gemini calcioAnche il calcio a San Giovanni Gemini ha rischiato seriamente di scomparire. L’ultima annata sportiva (2014-15) aveva registrato la salvezza dell’ex GSD Gemini, che adesso non esiste più. Nel mese di aprile, infatti, mister Riccardo Chico riuscì nell’impresa di salvare i biancorossi dopo i play out: al “Nino Lo Bue” battuta 2-1 la Riviera Marmi nel match da dentro o fuori. Fu salvezza. Ma evidentemente il giocattolo doveva ugualmente rompersi: i dirigenti sono stanchi, vogliono mollare tutto. Il 14 agosto scorso arriva l’ufficialità clamorosa. Il GSD Gemini, quello dei 13 campionati di fila in Eccellenza (negli anni 90’), è scomparso perché non ha aderito con l’iscrizione. Non esiste più. Il calcio a San Giovanni Gemini chiude un libro ricco di pagine di storia. Serve entusiasmo, innovazione e gioventù locale, così il 7 settembre scorso viene comunicata dalla Lega Sicula l’iscrizione dell’USD Gemini, matricola nuova di zecca che riparte dalla Terza Categoria agrigentina per volere di un gruppo di accaniti ultras. C’è una nuova società e soprattutto una nuova rosa tutta locale, giovane, ambiziosa. Obiettivo? Riportare San Giovanni Gemini nelle categorie più prestigiose. In panca va Piero Alberto Ancona, sangiovannese purosangue. In squadra solo gioventù che ha voglia di giocare con entusiasmo per la maglia e i colori. Al termine del 2015, la squadra presieduta da Luigi La Tona è seconda con 13 punti dopo aver vinto tutte le gare casalinghe senza riuscire, però, a vincerne una in trasferta. Il 2016 non può che essere dalla parte di questa nuova realtà che avrà tutto il tempo per crescere e migliorare.

Mussomeli Raffadali 0007Probabilmente è la squadra che in estate ha speso di più. Quella che avrebbe dovuto lottare per i primi posti in classifica. Stiamo parlando del Mussomeli, al suo secondo anno in Eccellenza. Come si era chiuso il primo anno? Bene. Con un settimo posto, con 44 punti e con una preziosa salvezza. Meglio di così non poteva andare. In estate al posto di Lucio Sapia arriva Renato Maggio, reduce dalla retrocessione con il Kamarat, che di buon grado accetta l’incarico. Gli obiettivi della società sono ambiziosi e d’alta classifica. Lo confermano gli acquisti fatti nel mercato estivo. A Mussomeli arrivano i migliori calciatori dell’hinterland. A sostegno del tecnico Maggio c’è una società forte (e folta) e una buona base giovanile. Il tutto, quindi, lascia presagire che i rossoblù saranno tra i protagonisti in Eccellenza. L’inizio è promettente visto che il Mussomeli supera il turno in coppa Italia battendo i vicini dell’Atletico Campofranco. Ma è il campionato a presentare i primi veri problemi. La squadra fatica a carburare, non gioca come il tecnico vorrebbe e sbaglia parecchie partite. C’è qualcosa che non va e che deve essere risolta. Ad ottobre interviene la società, delusa dai risultati poco entusiasmanti. A metà ottobre sembra che le cose stiano per migliorare: arrivano tre successi di fila che ripagano un avvio di stagione disastroso. La continuità non è il forte di questo Mussomeli, al quale si ripresentano gli stessi problemi ed una crisi di risultati quasi inspiegabile considerato il valore della rosa. A dicembre la società con a capo Enzo Munì rivoluziona l’organico e libera chi ha deluso più di tutti. Il mercato estivo si rivela quasi sbagliato. A fare da chioccia rimangono Panepinto e Scrudato, due che conoscono l’Eccellenza come il loro palmo della mano. Il mercato invernale s’infiamma, servono rinforzi. Ecco Ilardi, Noto, Licari, Failla, Minnone, Lunetto e Costantino. Lo scorso 20 dicembre, nel corso dell’ultima d’andata, il Mussomeli conquista un buon 2-2 a Castelvetrano contro la Folgore, mostrando segnali di crescita. Pochi, comunque, i 17 punti in 15 gare. I rossoblù chiudono il 2015 con un deludente undicesimo posto. Il riscatto arriverà al giro di boa? Vedremo.

Giuseppe Varsalona