Burgio, in piazza per festeggiare la vittoria dell’acqua pubblica

Sindaci, cittadini e rappresentanti dei movimenti a tutela dell’acqua pubblica si riuniscono per festeggiare l’approvazione della legge di riforma che assicura la continuità della gestione dell’acqua per i Comuni che non hanno ceduto le proprie reti idriche, e garantisce invece ai Comuni che hanno ceduto le reti idriche di scegliere la tipologia di gestione del servizio idrico. Il Comune di Burgio promuove una festa in pubblica piazza giovedì 13 agosto a partire dalle ore 19: “Ci sarà salsiccia, panini e panelle e acqua (pubblica) per tutti” – commenta , primo cittadino del comune impegnato in prima fila nella storica battaglia dei “sindaci ribelli” – “Tutta la popolazione deve poter festeggiare la decennale lotta dei movimenti e degli enti locali per l’acqua pubblica che è riuscita ad offrire anche risposte di equità sociale, garantendo un minimo di consumo idrico di cinquanta litri al giorno alle famiglie“.

“Questo risultato è il punto d’arrivo che passa attraverso l’applicazione di quanto voluto dai cittadini nel Referendum del 2011“, continua Ferrantelli. La battaglia per l’acqua pubblica comincia con la finanziaria per il 2002 (l. 448 del 2001), quando il Governo nazionale ha previsto l’obbligo di affidamento tramite gara dei “servizi a rilevanza industriale” e l’apertura alla concorrenza di diversi settori tra cui quello idrico, dando quindi spazio ai privati nella gestione delle reti. Molti dei sindaci dell’agrigentino ne negarono già dal allora la consegna, avviando così una polemica che si è trascinata fino al 2013, quando il Parlamento siciliano ha approvatola legge n. 2 che concedeva ai Comuni la possibilità di gestire in proprio l’acqua. Con la riforma appena approvata, di fatto, il Parlamento siciliano si è riappropriato della propria potestà in materia di gestione dell’acqua, conquistando il riconoscimento dell’autonomia e dello Statuto della Sicilia.

La riforma permette inoltre di superare le procedure d’infrazione europea, spingendo verso gli investimenti infrastrutturali supportati da finanziamenti dell’Unione Europea. Il sistema idrico, fognature e depurazione delle acque sono ad livello insostenibile in tutto il Sud. Dei 3 italiani su 10 non ancora allacciati a fognature o a depuratori, quasi la maggioranza vive in Sicilia. Questa situazione ha condotto già a due condanne della Corte di Giustizia Europea e la terza procedura di infrazione.