
Lunga è la storia della presenza umana nella zona di Lucca Sicula, comune situato a 513 m. sul livello del mare in provincia di Agrigento. I primi insediamenti umani risalgono all’età del bronzo, mentre tra il III e il IV secolo si può datare uno stanziamento romano, dedito principalmente all’allevamento di bestiame ed alla produzione di legname. Durante il periodo normanno (XII-XIII secolo) era presente una città chiamata Villanova, andata però distrutta in quegli stessi anni. L’attuale comune di Lucca ha origini nel XVII secolo.
Il feudo, originariamente conosciuto come Culla, di proprietà della famiglia Perollo, fu portato in dote da Francesca al marito Francesco Lucchesi Palli, già principe di Campofranco. Nel 1622 fu concessa la Licentia Populandi e nacque la moderna Lucca Sicula. L’attuale nome, adottato dopo l’Unità d’Italia, deriva dall’omonima città toscana dalla quale proveniva il marito della Perollo,
Da segnalare la vitalità della popolazione di Lucca Sicula nel XIX secolo: molti abitanti parteciparono ai moti del 1848; nel 1860 furono costituiti dei comitati di sostegno a Garibaldi; nel 1892 venne istituita la sezione locale dei Fasci Siciliani.
La Chiesa Madre eretta nel 1640, dopo la fondazione della cittadina, è un esempio di architettura in pieno stile seicentesco, la chiesa però subì alcune modifiche nel XVIII e nella prima metà del XIX secolo. Il campanile e l’orologio risalgono al ‘900.
Il Palazzo Lo Cascio resta l’unico esempio di palazzo signorile a Lucca Sicula: dopo il restauro del 2005 è stato dichiarato “monumento storico” dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali di Agrigento.
Come per tutti i comuni dell’entroterra siciliano, le celebrazioni della Pasqua cristiana rivestono un interesse particolare. La rappresentazione a Lucca Sicula dell’incontro tra la Madonna e Gesù risorto è forse il momento religioso più sentito. Anche qui, come nella vicina Villafranca, si tengono le rigattiate e si ripete la rivalità tra sammichelari e sangiuannari, i devoti dei due santi.
Il 19 marzo, ricorrenza di San Giuseppe, vengono imbandite le tavulate, ricche di pietanze e piatti tipici.
Si segnala anche la Festa dell’olio, importante sagra che si tiene nel mese di novembre per promuovere la produzione locale. Oltre alle degustazioni, vengono organizzati convegni e momenti di confronto tra addetti ai lavori e semplici visitatori.
L’olio, nominato “oro verde”, rappresenta senza dubbio la punta di diamante delle produzioni agroalimentari di Lucca Sicula. Le varietà più diffuse sono il biancolilla e la nocellara del belice, che bene si adattano al microclima locale.
La cucina locale è ricca di preparazioni a base di olive, elemento che non può mancare nelle tavole dei lucchesi.