Distretto Rurale di Qualità dei Sicani: Calamonaci

CalamonaciA pochi chilometri dalla città marina di Ribera si trova il Comune di Calamonaci. Almeno dall’ottavo al decimo secolo, si è certi che ad averlo abitato siano stati i Saraceni. Ciò si evince da varie sepolture saracenesche scoperte in contrada “Cozzu di lu Medicu”. Lo stesso nome Calamonaci pare che sia di provenienza araba: “Kal – at – Munach” che significa castello o fortezza. Le prime tracce del nome di Calamonaci risalgono al 1287. Per altri due secoli, Calamonaci rimase un casale passando nelle mani di diversi feudatari. Solo il 6 febbraio 1574, Antonino De Termini fondò “Calamonaci”, nell’omonimo feudo. Dieci anni dopo, il figlio Bernardino De Termini Ferreri dette inizio ai lavori per la costruzione della Chiesa che dedicò a “San Vincenzo Ferreri”, in sostituzione di San Rocco.

Sulla costa sud-occidentale sicula, sfociano tre fiumi che danno origine a due altopiani. Nel primo passano due fiumi: il Magazzolo e il Verdura. Appena tre chilometri sopra, a circa 307 metri di altezza sul livello del mare, su una superficie di Kmq. 32,75, si trova Calamonaci, centro che fonda la sua economia prevalentemente sui prodotti dell’agricoltura, quali vino, olio, cereali, agrumi e mandorle.

Una particolarità che contraddistingue la popolazione di Calamonaci e le sue usanze riguarda la divisione in due fazioni urbane religiose: San Michilara (devoti di San Michele Arcangelo) e San Giuvannara (devoti di San Giovanni Battista). Sono queste che animano le cosiddette rigattiate, una sorta di Guerra Santa, una sintesi fra fede e folklore, religiosità e paganesimo. A questa festa partecipa tutto il paese e tra spari di mortaretti e giochi d’artificio, i simulacri di San Giovanni e di San Michele, vengono fatti sfilare, o per meglio dire correre, su caratteristiche Vare, artisticamente addobbate, in cartapesta e canne o rete, e con soggetti rappresentati annualmente diversi, che vengono portate a spalla nuda da giovani e meno giovani, con in mano ramoscelli di alloro (la Domenica) e fiaccole (il venerdì).
A partire dal 1963, con l’arrivo del fuochista Calamita, si diede inizio al “Gran Premio del Mediterraneo”, uno spettacolo pirotecnico di natura artistica e fantasiosa. Esso è regolato da uno statuto, il quale deve essere rispettato dai 2 fuochisti che partecipano al Gran Premio. Questa prestigiosa manifestazione attira migliaia di appassionati di tutta l’Isola. La festa, che si è in parte modificata nel corso degli anni, si caratterizza anche per la presenza di mostre, gare sportive e spettacoli musicali e folkloristici. Il visitatore rimane affascinato da un evento dove fede e autentiche tradizioni popolari trovano felice unica espressione.