
MONTI SICANI – Una trentina di amministratori con indosso la fascia tricolore ieri hanno raggiunto la sede dell’Assemblea Reginale Siciliana per ribadire ancora una volta che no, non consegneranno le reti idriche ai privati delle multinazionali.
I “sindaci ribelli” non ci stanno e lo dicono a gran voce che l’acqua deve rimanere pubblica: lo fanno nelle piazze, durante le sedute dei consigli comunali e sui social. Hanno promesso una seduta consiliare aperta delle amministrazioni agrigentine direttamente davanti la sede dell’ARS, la data sembrerebbe essere stata fissata per il prossimo 17 o 25 marzo.
I parlamentari regionali Giovanni Panepinto, anche sindaco del comune di Bivona, e Marika Cirone fanno sapere attraverso un comunicato che la presenza di ieri dei sindaci della provincia di Agrigento che simbolicamente hanno indossato la fascia tricolore all’interno dell’aula dell’Ars è la dimostrazione di un grido che si alza dai territori siciliani per chiedere il completamento della riforma del servizio idrico.
La storia è nota e affonda le sue radici nel lontano 2007, quando 16 sindaci dei 44 comuni della provincia di Agrigento, dopo una gara d’appalto esperita dall’ATO idrico e aggiudicata alla società Girgenti Acque, si rifiutano di consegnare le reti idriche ai privati, perché favorevoli all’acqua pubblica, continuando a gestire il servizio in autonomia.
“I comuni che hanno consegnato i loro impianti idrici hanno assistito al moltiplicarsi dei disservizi e ad un aumento sproporzionato delle bollette” – è il sindaco di Burgio, Vito Ferrantelli, anche lui tra quelli che non hanno consegnato le reti, ad affermarlo e a fare un calcolo delle differenze tra i costi della gestione privata e di quella pubblica. “Sono nelle condizioni di dimostrare con bollette alla mano – continua Ferrantelli – che quelle emesse dal comune di Burgio, per esempio, hanno costi molto inferiori rispetto a quelle emesse dai privati. A Burgio una famiglia di 4 persone paga annualmente una bolletta di circa 200 €, di contro, le bollette emesse da Girgenti Acque per lo stesso nucleo familiare, nei comuni di Villafranca e Lucca Sicula, a soli due km da Burgio, sono di circa 1000 €”.
La Regione siciliana ha successivamente diffidato i “sindaci ribelli”, costringendoli a consegnare le reti idriche al gestore privato entro 30 giorni. Sono stati quindi inviati dei Commissari che hanno trovato folte schiere di cittadini davanti ai municipi per impedire il loro ingresso negli uffici comunali. Per far valere i loro diritti i “sindaci ribelli” si sono finora appellati al referendum del 2011 sull’acqua pubblica e alla legge regionale n. 2 del 9 gennaio 2013 (http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/04/20/13R00137/s3).
Il pericolo della consegna delle reti sembrava scampato, ma qualche settimana fa la Regione ha inviato ai 16 comuni un’ulteriore diffida imponendo la consegna delle reti e la battaglia è ricominciata.
Questa volta però la situazione sembrerebbe essere più grave, sempre Vito Ferrantelli spiega che sulla testa dei sindaci incombe una spada di Damocle: “quel Decreto Sblocca Italia presentato dal Governo Nazionale che ha praticamente deciso per la privatizzazione dell’acqua, consegnando le reti alle multinazionali del settore e facendo, nel nome del mercato, un gradito regalo alle grandi banche e a Confindustria. La Regione è assolutamente insensibile al problema – spiega ancora il sindaco di Burgio – e non fa valere le ragioni dell’Autonomia del nostro Statuto in difesa della legge n. 2 del 9 gennaio 2013”.
I sindaci vogliono che il Parlamento regionale approvi una legge sull’acqua pubblica che preveda per i comuni la facoltà di scegliere liberamente il tipo di gestione del servizio (diretto, in house, in consorzio, ecc.). Intanto sempre ieri il presidente dell’Ars, Ardizzone ha assicurato l’impegno per l’approvazione del ddl in tempi brevi. “Siamo sicuri che a questo punto il Governo si renderà conto dell’importanza di portare avanti il ddl già in commissione, – assicurano i parlamentari del PD Panepinto e Cirone – e che il Presidente Crocetta e l’assessore all’energia rispetteranno gli impegni assunti con i siciliani”.