
PRIZZI – È ancora un giovanissimo a dare prova della passione per la scrittura a Prizzi. Si tratta del giovane Aldo Canzoneri, 26 anni, una personalità particolare e un fare misterioso fin da bambino: a testimoniarlo, la scelta di uno pseudonimo per presentarsi al suo pubblico. Hal Kanzoner – così Aldo ha scelto di proporsi al suo esordio, operando una traduzione fantasiosa del suo vero nome – ha presentato “L’Iride Dorata” lo scorso 4 ottobre presso la Chiesa di San Sebastiano, nel cuore storico del suo paese, in un sabato pomeriggio uggioso e freddo che hanno fatto da cornice ideale e naturale scenografia alla presentazione del libro che si apre proprio con quelle «nuvole cariche di pioggia» a far da sfondo. Fantasia, creatività, passione e il caso sembra aver fatto il resto per la buona riuscita dell’evento.
Hal inizia a scrivere molti anni fa, tra il 1999 e il 2000, anche se fin da bambino era solito scrivere dei pensierini per le maestre con quel suo fare misterioso, come ha ricordato una di loro, Antonina Marretta, che era presente alla presentazione del libro. Un evento che si è svolto in un’atmosfera familiare e amichevole e in un luogo suggestivo, con la partecipazione del Sindaco Luigi Vallone, del Vicesindaco Antonella Comparetto e di Giorgio La Susa, presidente dell’Associazione culturale Pyrizein, che ha curato l’organizzazione. L’evento ha coinvolto anche il pubblico presente che, entusiasta, è intervenuto ponendo delle domande all’Autore e leggendo dei passi del suo libro.
Appassionato di libri gialli, di noir e di thriller, è su questo genere che Aldo ha orientato lo stile de L’Iride Dorata facendo confluire in questo anche la sua passione per il mondo animale. Frutto della sua fantasia, le vicende si susseguono comunque in scenari naturali ispirati dai luoghi vissuti dall’autore e ripescati dal suo “palazzo mentale”: «Scrivere è come entrare in un palazzo con delle scale e con tante stanze. A volte i palazzi mentali sono più grandi dei palazzi in cemento. Solo circondato dai suoni e i rumori della natura riesco a scrivere, perché non c’è niente di più bello della natura stessa che Dio ha creato», afferma Aldo.
Nell’Iride Dorata centrale è la tematica dell’animalismo e della natura che incontra, in un mix narrativo avvincente, l’eterna lotta fra bene e male e quel confine labile che spesso fa sì che i due opposti si confondano tra loro. Sin dal Prologo, l’Autore si chiede se le classiche opposizioni Bene e Male, Luce e Tenebre, Bianco e Nero siano sempre esistite o se siano, piuttosto, frutto di costruzioni artificiali che, da sempre, incatenano gli esseri viventi in schemi conoscitivi fissi. «Ho scritto questo libro con l’intento di far capire che anche gli animali sono dotati di ragione e che non si può aver paura di loro solo perché ci appaiono comunemente come feroci e selvaggi», ci racconta Aldo.
A lottare contro un sistema che non risparmia nessuno e si accanisce soprattutto sugli animali, Saviour Lanhazor, ex militare animalista con un passato misterioso e una personalità fuori dal comune che, facendo ritorno al suo paese d’origine, si ritrova costretto a fare i conti con un passato che sembrava ormai archiviato e una banda criminale di trafficanti di animali che, indisturbata, porta avanti i suoi loschi piani. Il lettore viene coinvolto nelle vicende del protagonista e, insieme a lui, pagina dopo pagina, scopre la verità sulla sua vera identità e sul suo passato. Se l’Autore si sia a tal punto immerso nelle vicende fino a diventarne il protagonista principale è un’incognita a cui Aldo non intende dare risposta, dicendo che dà al suo lettore il compito di svelare il mistero lasciandosi travolgere dagli intrecci delle sue pagine.
Giusi Francaviglia
Foto a cura di G. La Susa