
VILLALBA – Un incontro culturale carico di storia, letteratura e memorie familiari per ricordare la figura di uno dei personaggi villalbesi più interessanti, Michele Palmieri di Miccichè. Il convegno si è svolto lunedì 11 agosto a partire dalle ore 18:30 presso la Biblioteca comunale. Ad intervenire nel dibattito, dopo i saluti del Sindaco Alessandro Plumeri, la Prof.ssa Maria Immordino, docente di Francese, che nel 1997 ha dedicato la sua tesi di laurea al Palmieri, il Prof. Antonio Guarino, docente di Storia e Letteratura e studioso di storia locale, lo scrittore e giornalista Jim Tatano, promotore ed organizzatore del convegno, e il Marchese Salvatore Palmeri di Villalba, discendente della famiglia Palmieri.
Michele Palmieri nasce a Termini Imerese nel 1779, quarto figlio maschio del fondatore e marchese di Villalba il severo Don Placido. Anima ribelle ed irrequieta Michele trascorre gli anni della sua giovinezza dedicandosi ai numerosi duelli, per i quali verrà ricordato con il soprannome “spadaccino”, al gioco d’azzardo e alle donne. Partecipa nel 1820 ai moti rivoluzionari finendo in esilio a Parigi. Ed è proprio in Francia che il Palmieri abbandona la spada per la piuma ed inizia il suo impegno letterario. Arguto osservatore dell’ambiente aristocratico siciliano, di cui anch’egli fa parte, ne critica le contraddizioni denunciandone gli abusi di potere. Questo rapporto conflittuale con il potere emerge anche dalla polemica che scatena contro il Duca d’Orleans, futuro Re di Francia.
A Parigi entra a far parte dell’ambiente dei letterati divenendo amico ed ispiratore di scrittori del calibro di Stendhal, che a lui dedica tutto un capitolo della Certosa di Parma, ed Alexandre Dumas.
Nel 1830 pubblica Pensée set souvenirs historiques et contemporains a cui segue Moeurs de la Cour et des Peuples des Deux Sicilies, due ritratti accurati degli usi e dei costumi della Sicilia dell’epoca ricchi di curiosità ed aneddoti.
Di questo personaggio che si distingue per la sua complessità, singolarità e modernità e che incanta ancora oggi per l’ironia e il sarcasmo delle sue analisi, di sono occupati Leonardo Sciascia, Benedetto Croce, il sociologo Dominique Fernandez, Nicola Cinnella che ne ha curato la biografia.
Flavia Fruscione