
CAMMARATA – Gennaio e febbraio, prima del (presunto o reale) surriscaldamento del pianeta terra, erano i mesi più freddi dell’anno a Cammarata. In questo periodo, erano frequenti ed abbondanti le nevicate che si riversavano sulla montagna ed in paese. La neve del monte Cammarata fino agli inizi del secolo scorso era fonte di reddito, esisteva una vera e propria “industria” consistente nella conservazione e commercializzazione di questo prodotto della natura. Le “Niviere” erano dei grandi e profondi fossi dove la neve veniva pressata e protetta con strati di paglia, per essere poi trasportata a mezzo dei carretti in varie località siciliane per la produzione di sorbetti e granite estive. In questi due mesi a Cammarata si festeggiano alcuni Santi, e proprio a causa della rigidità del periodo e per le frequenti nevicate che si verificavano, gli fu dato l’appellativo “I santi di la nivi”. Ancor oggi questi grandi testimoni della fede, anche se non più legati a questo ormai raro fenomeno meteorologico, grazie all’interessamento delle confraternite vengono festeggiati. Il primo è Sant’Antonio Abate il 17 gennaio, la cui statua lignea si venera nella omonima chiesa, è preceduta dall’ “Ottava” eseguita dai tamburinara che ogni sera percorrono le strade del centro storico, soffermandosi a volte presso le case di alcune famiglie dove vengono offerte pietanze, dolci e vino. Il giorno della festa nella chiesa viene distribuito il sale benedetto. Il 20 gennaio è la volta di San Sebastiano, anche questo Santo ha la sua chiesa ed in essa si celebra la festa che da alcuni anni viene organizzata dai Vigili Urbani del Comune essendo il loro protettore. L’ultimo è San Biagio, il 3 febbraio; a causa della inagibilità della sua chiesa, il simulacro viene festeggiato nella chiesa Madre. Anche questa festa è preceduta dall’ “Ottava” eseguita dai tamburinara, che girano per le vie del paese distribuendo le tradizionali Cuddureddi. Due antichi proverbi recitano: “Ppa cannilora (il due febbraio) u mmiernu è fora” e “Ppi San Mmilasi a mmirenna trasi” a significare che siamo già alla fine dell’inverno e le giornate incominciano ad allungarsi.
Enzo Li Gregni