Anniversario della strage di Nassiriya. Il pensiero del Col. Schifano

12 nov.2011MUSSOMELI – Qualche riga, “un semplice pensiero”, in ricordo dei militari caduti nell’adempimento del proprio dovere nelle missioni militari di pace, in una giornata significativa quale quella odierna in cui ricorre il X anniversario della strage di Nassiriya. Così, il Col. Calogero Schifano, ha voluto commemorare i nostri eroi, lui che, in quei luoghi, ha svolto il proprio servizio.
“Il 12 novembre 2003, alle ore 10:40, a Nassiriya, capoluogo di provincia dell’Iraq meridionale, a seguito di un attacco terroristico, esplodeva “base maestrale”, ove era schierata l’Unità di Manovra dei Carabinieri, che faceva parte del contingente italiano, nell’operazione militare di pace denominata “Antica Babilonia”.
Nell’attentato sono caduti 12 militari dei Carabinieri, 5 militari dell’Esercito, 2 nostri civili.
L’Italia visse con intensità e partecipazione questa tragedia, che non fu solo un dramma privato delle famiglie, ma di tutta la Nazione.
Oltre mezzo milione di persone seguì i feretri nello spostamento dal Vittoriano alla Basilica di San Paolo a Roma, dove si sarebbero tenuti le esequie in loro onore.
Dieci anni dopo quella strage, l’Italia non ha dimenticato il sacrificio dei suoi Soldati, caduti in Iraq per costruire un futuro di libertà e di pace.
Non abbiamo dimenticato quanti a Nassiriya persero la vita.
Il loro impegno in una terra lacerata dalla guerra, rappresenta ancora oggi, per tutti noi e per tutti coloro che credono nei valori della pace e della fratellanza tra i popoli, il simbolo delle più alte virtù cristiane e morali.
I nostri Soldati erano a Nassiriya per aiutare gli irakeni. Per aiutare uomini, donne, bambini, a riprendere la convivenza civile dopo anni di oppressione, repressione, persecuzione.
I nostri militari aiutavano gli irakeni a far funzionare gli uffici, gli ospedali, i servizi di prima necessità.
Aiutavano le forze le forze armate e di polizia a strutturarsi secondo i principi dello stato di diritto. Sfamavano, curavano, salvavano, costruivano. Perché questi erano gli obbiettivi umanitari che perseguiva la missione “Antica Babilonia”.
Ancora oggi nel ricordarli, provo dolore, ma sono anche orgoglioso.  Orgoglioso e fiero di essere stato a Nassiriya, e di ricordare i Nostri Soldati impegnati in una missione di pace ad altissimo rischio, in un paese travagliato, dove si lavorava per riportare pace, giustizia, libertà, sicurezza, stabilità e speranza.
Oggi così li vogliamo ricordare, affinché il loro sacrificio non cada mai nell’oblio.
Il loro sacrificio – come ebbe a dire il nostro Presidente Giorgio Napolitano – non è stato vano.
Il vangelo chiama beati gli operatori di Pace. Essi ne fanno già parte.
Con rammarico, non potendo fare altrimenti, vorrei ricordare i Nostri Soldati, caduti nelle missioni militari di pace, con questo pensiero che mi scaturisce dal cuore.