MUSSOMELI – Atteso per domani pomeriggio l’arrivo del Vescovo Mons. Mario Russotto all’Ospedale Longo. La presenza di Sua Eccellenza nella struttura ospedaliera diretta dal è motivata dalla consegna di uno strumento endoscopico al reparto di Ostetricia e Pediatria da parte della Diocesi di Caltanissetta.
Ad accogliere il rappresentante ecclesiastico sarà lo stesso dirigente sanitario di presidio Alfonso Cirrone Cipolla.
In merito all’incontro, il sindacato della professioni infermieristiche Nursind è intervenuto con una nota stampa, riportata interamente di seguito.
“Condividiamo con tutto il personale dell’ospedale Longo la gioia per questo dono gradito e utile per l’attività di Ostetricia e Ginecologia. Quale dono migliore per un presidio che, grazie alle organizzazioni sindacali presenti, lotta costantemente non solo per la propria affermazione ma per un costante rilancio grazie anche ai recenti servizi che stanno realizzando risultati insperati. Cogliamo l’occasione della presenza di S.E. Monsignor Russotto e di tutto il management aziendale dell’ASP per ribadire con forza che, quest’ospedale prima che di attrezzature è fatto di risorse umane e professionali che credono fermamente che la dignità lavorativa la si conquista con l’amore che, ogni santo giorno, ognuno dedica al proprio lavoro. Abbiamo appreso dell’impegno del Prof Virgilio di fare arrivare una nuova TAC a Mussomeli e di questo non possiamo che esserne contenti. Ma siccome siamo coscienti che potrebbe volerci anche molto tempo prima che il progetto si realizzi allora vorremmo chiedere nell’immediato piccoli investimenti per l’acquisto di presidi e attrezzature che necessitano per incentivare i servizi in netto crescendo come l’oculistica, la videolaparoscopia e la gastroenterologia. Soprattutto convinti che se è vero che si può migliorare ogni giorno di più siamo altrettanto certi sicuri che le professionalità e le attrezzature presenti al P.O. “Longo” tante vite hanno salvato e tante ancora ne salveranno. Se qualcuno oggi ci chiedesse se porteremmo un nostro familiare in questo presidio non possiamo che rispondere di si. Perché è quello che ognuno di noi fa quotidianamente”