
CAMPOFRANCO – Se il neo governo Letta e la politica in generale non sono al primo posto tra gli argomenti discussi in piazza e nei vari bar, un motivo di certo ci sarà.
Ecco prontamente e facilmente spiegata l’unica causa, che ha messo in secondo piano, persino il governissimo. Si chiama Atletico Campofranco. Nel piccolo comune del vallone infatti, per ora non si parla d’altro. Nelle chiacchierate tra gli abitanti alla fine tutto porta e riconduce alle straordinarie gesta degli uomini di Salvatore Restivo e del suo vice Salvatore Scozzaro.
Certo, se ci si pensa solo un attimo, effettivamente, quello che sta capitando e che si sta vivendo nel comune nisseno è senza dubbio qualcosa di a dir poco straordinario.
Un qualcosa senza precedenti e quindi, assolutamente storico che sta facendo “gongolare” e godere tutti gli sportivi. Nessuno escluso. Anche perché riflettendoci un pò, sarebbe difficile trovare un campofranchese non appassionato di calcio e disinteressato totalmente ai giallorossi.
Un paese che con i suoi neanche tremila abitanti, si trova ad essere sulla bocca di tutti, esperti e non, addetti ai lavori e non, opinionisti e non. Tutti sono concordi nell’applaudire, con tanto di chapeau, il Campofranco dei miracoli. Questa sorta di Chievo Verona della Sicilia, come qualcuno simpaticamente vuole definirla.
Una cittadina che adesso si sta preparando per vivere un altro step importante. Una round di combattimento che si disputerà in Campania. Si, si, chi l’avrebbe mai detto che il team del patron Salvatore Mazzara alla fine sarebbe arrivato a tanto. A giocarsi addirittura la D. A sconfinare, a superare lo stretto di Messina.
Tutto ciò, sta facendo conoscere questo paesino del centro Sicilia un po’ ovunque. Tra l’altro, la cosa ancor più bella e che l’Atletico annovera giorno dopo giorno sempre più estimatori. Sta diventando una squadra simpatica che tutti guardano con interesse. Ha conquistato il cuore di molti. Sta stregando un intero territorio che sogna quello che potrebbe essere non proprio del tutto impossibile.
Flavio Nicastro