Albergo diffuso: arriva il ddl all’Ars, ma a Santo Stefano Quisquina è già realtà

quercia_quisquinaSANTO STEFANO QUISQUINA – I Grillini all’Ars hanno presentato un ddl che mira a rilanciare il turismo nella nostra isola, soprattutto per quanto riguarda i piccoli centri storici. L’iniziativa, che ha come primo firmatario il deputato Claudia La Rocca, vuole lanciare l’idea di “albergo diffuso”, un nuovo modo di concepire l’ospitalità, complementare al turismo tradizionale, che punta a dislocare gli alloggi per i turisti in diverse abitazioni del centro storico, garantendo a pochi metri da essi la presenza degli spazi comuni per gli ospiti, come la hall, bar, punto ristoro etc.

“L’albergo diffuso – si legge nella premessa dell’atto parlamentare – accoglie il turista facendolo immergere nelle atmosfere autentiche della vita dei piccoli borghi e centri storici, aiutandolo a conoscere abitudini e usanze originarie, a vivere la quotidianità locale e a degustare prodotti enogastronomici tipici. Inoltre, guarda alla salvaguardia dell’ambiente, al recupero urbanistico, alla valorizzazione delle tradizioni, dando al tempo stesso opportunità occupazionali e imprenditoriali, con ricadute positive sulle attività commerciali esistenti, nonché sui centri commerciali naturali”.

Una esperienza di turismo a 360°, che permette anche la creazione di nuovi posti di lavoro e il recupero del patrimonio, un ddl che cambierà il volto del turismo in Sicilia.

Ma in Sicilia ci sono diverse realtà che hanno anticipato il futuro, dove l’albergo diffuso è una pratica ormai consolidata da diversi anni: pensiamo a Sant’Angelo Muxaro, Caltagirone, o a Santo Stefano Quisquina, dove da tre anni la Cooperativa Sociale “Quercia Grande” gestisce una struttura ricettiva principale, l’affittacamere  “La Vecchia Caserma”, e altre strutture dislocate nel centro montano, appartamenti, camere e posti letto, che proprio per le loro caratteristiche, rientrano nella definizione di albergo diffuso e rappresentano un esempio da seguire per chi vorrà intraprendere questo percorso.

Abbiamo incontrato Romina Pizzo, presidente della cooperativa sociale Quercia Grande che gestisce le strutture, per farci raccontare questa esperienza nata in tempi non sospetti.

“L’idea è nata dall’esigenza di riuscire ad ospitare un numero maggiore di turisti rispetto alla capacità del b&b già esistente, turisti di cui si registra una maggiore affluenza in estate e in determinati periodi dell’anno, in concomitanza alle varie manifestazioni nel territorio, come sagre, concerti, fiere e feste patronali. Riflettendo sulle possibili soluzioni alla questione, abbiamo deciso di aumentare la ricettività nella nostra zona seguendo il modello dell’albergo diffuso, tra l’altro già sperimentato in altri centri siciliani, e abbiamo cercato delle abitazioni adatte allo scopo nel centro storico di Santo Stefano Quisquina. La caratteristica dell’albergo diffuso, infatti, sta proprio nel fatto che le varie strutture del centro vengono gestite da un unico soggetto. Ad oggi, oltre all’affittacamere già esistente, abbiamo in gestione altre 5 case, e riusciamo ad ospitare fino a 25 persone; in caso di scolaresche, poi, usufruiamo anche della foresteria del Collegio di Maria, arrivando a 55 posti letto, che per il nostro territorio sono numeri importanti.”

Quali sono state le difficoltà che avete incontrato nel progetto “albergo diffuso”?

“Intanto difficoltà di tipo legislativo, mancava e manca tutt’oggi una legge regionale che regoli il settore, e poi difficoltà a reperire case abitabili in buono stato, con impianti a norma, confort e servizi, tali da poter essere sfruttate per ospitare chiunque decidesse di fermarsi a soggiornare nel nostro territorio.”

C’è stata diffidenza da parte dei proprietari degli immobili che avete individuato allo scopo?

“Come per tutte le novità, all’inizio c’era molta diffidenza, era difficile reperire case, poi la situazione è cambiata, la gente ha iniziato a credere nell’impresa, anche grazie ai controlli e agli standard che una struttura come la nostra deve garantire. Addirittura in un secondo momento sono stati proprio i proprietari degli appartamenti a proporre le loro case per l’albergo diffuso, poiché hanno acquisito fiducia nel progetto, ma anche perché si comprendeva come questo potesse essere un modo per far fruttare una proprietà altrimenti disabitata, e che comunque gravava con costi non indifferenti sul bilancio, con tasse, utenze e spese varie.”

Quali sono stati, invece, gli aspetti positivi dell’iniziativa?

“Sicuramente un aspetto positivo consiste nel fatto che il turista “vive il paese”, abita tra la gente autoctona, si immerge nella quotidianità del centro e ne coglie tutti gli aspetti che lo caratterizzano. È anche capitato che alcuni ospiti, che erano a conoscenza dell’iniziativa, hanno richiesto esplicitamente di soggiornare in un appartamento nel centro storico, proprio per avere la possibilità di immergersi nella vita paesana, con la colazione al bar della piazza, la passeggiata tra i vicoli del centro storico, la chiacchierata in piazza e tutte quelle abitudini che riesci a cogliere solo se le vivi in prima persona, e che un altro tipo di struttura, come gli alberghi tradizionali, per natura non possono garantire. Inoltre vengono recuperate abitazioni che altrimenti resterebbero disabitate, soggette al degrado e all’oblio; in questo modo, invece, si recuperano strutture, il centro storico prende nuovamente vita e si creano nuovi posti di lavoro, oltre al fatto che aumenta la possibilità di ricettività nel nostro territorio.”

Un bilancio di questi primi tre anni di esperienza…

“Un bilancio positivo, anche perché all’estero esiste proprio la cultura del turismo, la gente è abituata a questo tipo di esperienza e la vuole vivere in pieno, con guide che ti accompagnano nel territorio, ti portano a mangiare la ricotta fresca la mattina, piuttosto che visitare un borgo storico incastonato tra i Monti Sicani. Inoltre la nostra struttura è riconosciuta come bike hotel, ovvero siamo attrezzati per accogliere i turisti in bici, con una vera e propria officina e attrezzature varie, e c’è la possibilità di effettuare escursioni in mountain bike grazie a un tutor bike, che accompagna i turisti attraverso i percorsi ciclabili del Parco dei Monti Sicani, senza dimenticare l’offerta turistica definita “tradizionale”, con escursioni, visite guidate, weekend e altre soluzioni adatte a tutte le esigenze.”

Come pensi possa cambiare la realtà dell’albergo diffuso, dal momento in cui entrerà in vigore la legge?

“Sicuramente ci saranno dei vantaggi, la legge faciliterà le cose, perché potremmo pubblicizzare questa realtà ed entrare nei circuiti dedicati, riuscendo anche a promuovere in maniera organica l’iniziativa. Inoltre sarà un input per avviare il progetto in altre zone, incrementando il turismo e anche l’economia del territorio.”

 

Valentina Maniscalco