
MUSSOMELI – Il Segretario Provinciale Nursind Osvaldo Barba ha preso carta e penna per raccontare nel dettaglio al deputato regionale Giancarlo Cancelleri le controversie vicende che in questi anni hanno caratterizzato l’Unità di Pediatria dell’Ospedale “Longo”, adesso a rischio chiusura.
L’obiettivo è far sì che quanto esposto dal sindacalista diventi un’interrogazione a risposta scritta da porre all’attenzione del Governo Regionale Siciliano, così tenere al sicuro dalla scure dei tagli quest’importante reparto del nosocomio mussomelese.
“Come avrà letto dalle cronache dei quotidiani provinciali, – scrive Barba – la situazione di cui in oggetto è giunta quasi al collasso. Ritengo indispensabile rendicontarle quanto fin’ora accaduto affinché Lei possa trarne le dovute conclusioni. La dotazione medica – secondo quanto prevista dalla pianta organica aziendale approvata per il triennio 2009-2012 – della Pediatria del P.O. “Maria Immacolata–Longo” di Mussomeli è di 4 unità. Nella realtà, solamente tre sono stati da sempre i pediatri in servizio che hanno sempre garantito il servizio in reparto, la pronta disponibilità diurna, notturna e festiva, l’assistenza ai parti, l’assistenza ai trasferimenti, consulenze, ambulatorio e quant’altro.
Da settembre dello scorso anno le cose sono precipitate poiché un pediatria, – continua – andato in quiescenza il 1 gennaio di quest’anno, tra ferie residue e malattia post intervento, non è più rientrato in servizio. L’incombenza di assicurare tutti i servizi è gravata quindi unicamente sulle alle altre due unità (di cui una a contratto a tempo determinato) che hanno fatto i salti mortali per garantire la continuità assistenziale.
Solo nel mese di dicembre l’Asp ha provveduto a coprire alcuni turni inviando in loco dei pediatri provenienti da altri presidi mentre a gennaio ha fatto coprire soltanto 2 turni ad altri pediatri, gravando i due pediatri in servizio di un numero esagerato di turni di pronta disponibilità (ogni medico non può superare i 10 turni mensili).
Adesso però il problema è diventato gravissimo. – conclude – La pediatra a contratto, dopo aver atteso invano un concorso mai bandito e che, dopo cinque anni, le avrebbe permesso di regolarizzare la sua posizione di precariato, dopo aver rifiutato altre proposte lavorative, ha ricevuto l’ennesima proposta come pediatra mutualista, che questa volta ha accettato stante che non intende più vivere da precaria ed anche perché a fine contratto lo stesso non le sarebbe stato più rinnovato. Come Lei può ben intuire l’epilogo di ciò, senza un tempestivo intervento, si traduce in chiusura imminente della Pediatria e conseguentemente del Punto Nascita. A tal proposito, ritengo doveroso metterla al corrente del ruolo del Pediatra nell’organizzazione del P.O. “Maria Immacolata-Longo”. Lo stesso deve non solo occuparsi dell’attività strettamente correlata alla sua unità operativa (reparto e ambulatorio) ma interviene anche in tutti i parti, sia eutocici che distocici. Non solo: durante la pronta disponibilità lo stesso viene chiamato nei casi di trasferimento di bambini o neonati presso altre strutture. Anche in questo caso la chiave di lettura è semplicemente sconvolgente se solo Lei pensa che, durante il caso sopraesposto, i reparti di Pediatria, Ostetricia e Sala Operatoria rimangono scoperti poiché non esiste altra pediatra in grado di sostituire, anche temporaneamente, il collega impegnato nel trasferimento.”