Sacrario di Vallelunga: con una relazione il comitato racconta la sua storia

Il comitato e gli operatori del Comune con le sei urne dei caduti

VALLELUNGA- A distanza di settantanni sei dei caduti della Seconda Guerra Mondiale hanno potuto far rientro nel loro paese natio. Infatti il comitato di volontari costituito da Angela Polizzano, Michele Eramo e Giuseppe Piraino, sotto la guida dell’ormai ex vice sindaco Piraino, dal 2007 si è mobilitato per rintracciare alcuni dei numerosi vallelunghesi custoditi in sacrari italiani e non, con l’obiettivo di dar loro una degna sepoltura nel paese natio. Adesso, a conclusione dei lavori, il comitato ha consegnato una relazione al Comune e il generale Dalzini, quasi inaspettatamente, ha inviato all’Amministrazione comunale una lettera di ringraziamento per quanto svolto dal team di volontari. La lettera è pervenuta il 31 dicembre ed è stata pubblicata sul sito del Comune.

Le ricerche – Tutto inizia quando, nel 2007, Giuseppe Piraino porta a termine le sue ricerche sui caduti vallelughesi nella campagna di Russia. “Sono un appassionato di storia moderna e contemporanea e capii di saper veramente poco sui nostri concittadini caduti in Russia quando, nel 2002, mi capitò di leggere un libretto che parlava dei caduti di Marianopoli in quella campagna. -racconta Piraino. – Cercai quindi di saperne di più e di scoprire a quale destino erano andati incontro i nostri caduti della Seconda Guerra Mondiale.” Le ricerche durarono due anni e portarono alla pubblicazione del volume “Vallelunghesi caduti e dispersi in Russia – campagna di Russia 1941 – 43”. Nonostante il libro raccolga informazioni e testimonianze su campagna in Russia, Piraino aveva raccolto molte informazioni anche su soldati caduti in altri campi di battaglia. Fu così che Angela Polizzano chiese informazioni sul suo zio Salvatore. “Quando ero piccola vedevo mia nonna chiudersi nel dolore. Pensava al figlio perso per sempre e di cui non sapeva neppure dove fossero i resti – spiega Angela. – Promisi a lei e a me stessa di riportare un giorno mio zio a Vallelunga. Partì all’età di 21 anni non perché fosse fascista, ma perché obbligato. Costretto ad andar via, come tanti altri, non sapeva che sarebbe morto all’età di 24 anni per mano dei nazisti. Fu infatti fucilato dai tedeschi sull’isola di Rodi, dove abbandonò l’esercito il giorno in cui cadde il fascismo e dove rimase. Non voleva più combattere.”

Nasce l’idea del Sacrario – Tramite il lavoro di Piraino, Angela scoprì che i resti dello zio riposavano al Sacrario di Bari. Nel 2008 una delegazione partì da Vallelunga per riportare nella terra natia il giovane soldato. “I dirigenti del Sacrario di Bari – continua Angela – spiegarono che era opportuna anche la presenza del Sindaco. Così invitammo il sindaco Giuseppe Montesano che fu accompagnato dall’appuntato Michele Eramo.” Polizzano, Eramo e Montesano rimasero molto colpiti dall’esperienza in Puglia. Una forte emozione li portò a riflettere e a decidere di impegnarsi per riportare a Vallelunga anche altri caduti. “Al nostro rientro da Bari nacque l’idea di realizzare un Sacrario, per dare un giusto riconoscimento ai nostri caduti” afferma il Sindaco e, sempre utilizzando le ricerche di Piraino, si costituì un gruppo di lavoro formato da Polizzano, Eramo e Piraino che iniziò ad essere coordinato dall’allora vice sindaco Giuseppe Piraino. “C’erano in costruzione dei nuovi loculi presso il cimitero comunale – spiega quest’ultimo, – e si pensò di realizzare il sacrario in una parete che altrimenti sarebbe rimasta vuota. Furono aggiunti quattro archi, le lapidi con i nomi dei caduti durante la Prima e Seconda Guerra Mondiale e si ricavarono quattordici cellette destinate ai soldati che sarebbero rientrati.” Non si tratta quindi di una costruzione ex novo, ma dell’utilizzo di una costruzione già esistente. Il disegno e la progettazione tecnica furono ideati da Antonio Izzo, capoarea tecnico del Comune. Inoltre nella relazione conclusiva consegnata dal gruppo di lavoro, si legge che questi lavori, seppur di modesta entità economica, hanno avuto una ricaduta economica sugli artigiani del luogo.

Il rientro degli altri caduti – Il comitato proseguì nel suo lavoro grazie anche a un incarico ufficiale affidatogli dal Comune e, dal dicembre 2011 al dicembre 2012, ha permesso il rientro di altri sei caduti. Non è stato possibile far rientrare un numero più elevato perché tutti gli altri caduti risultano dispersi o riposano in fosse comuni. “Noi facevamo solo da tramite – spiegano – tra i familiari che volevano il ritorno dei propri caduti e le istituzioni, a cui doveva essere inoltrata la richiesta di rientro dei resti mortali.” Al termine del rientro, continua Eramo, era necessario realizzare una cerimonia solenne. “Pensammo allora di chiedere gli onori militari. Il Generale Corpo d’Armata Corrado Dalzini, comandante della Regione Militare Sud e massima carica militare in Sicilia, appena venuto a conoscenza dell’iniziativa tramite una lettera inviata dal Comune espresse subito il desiderio di partecipare.” Fu invitato anche il Generale Giuseppe Vilardo che, originario di Vallelunga, non volle mancare alla manifestazione del 14 dicembre, esprimendo profonda commozione.

Le spese e il volontariato – “Il Comune – precisa il Sindaco, – ha pagato solo le spese logistiche per il rientro del caduto Gaetano Insinna dalla Polonia e una parte della somma necessaria per il rientro da Marzabotto di Giuseppe Ruffino, per un totale che non supera i 1900 euro. Tutti gli altri rientri sono stati pagati dal comitato composto dai tre volontari e, a titolo del tutto personale, da me e dall’ex vicesindaco Piraino”.

Oltre ai contributi personali del comitato, del Sindaco e dell’ex vicesindaco diverse persone, sia semplici cittadini che commercianti, hanno voluto dare il proprio contributo gratuitamente. Per il rientro delle sei salme si sono impegnati Roberto Emanuele e Rosolino Ricotta, mentre per la manifestazione finale del 14 dicembre hanno dato il proprio contributo gratuito la ditta di onoranze funebri dei fratelli Malta, il fotografo Tatano in Vara e i fiorai Abbate e Sciurba.

Ciò dimostra come molti vallelunghesi abbiano uno spiccato senso civico, agendo a titolo gratuito per cause nobili come questa e mettendo a disposizione la propria volontà, il proprio tempo e il proprio denaro.”

Altro importante contributo è stato dato dalla banca G. Toniolo di San Cataldo che ha interamente pagato la pubblicazione di mille copie della Costituzione, che sono state poi donate ai cittadini presenti alla manifestazione. “L’idea di regalare a tutti i cittadini la Costituzione mi sorse spontanea durante la manifestazione del 4 novembre, ascoltando i discorsi delle varie autorità presenti – spiega Eramo. – La Costituzione è stata una sorta di regalo che ci hanno lasciato i caduti”. Proprio sull’operato di Eramo si esprime il prof. Piraino, definendolo come il volontario che si è distinto in modo particolare “per la sua incessante opera di comunicazione con le ambasciate, i Comuni e in particolare con il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Marzabotto Emanuele Grillo, che ha personalmente ritirato e portato all’aeroporto l’urna del soldato Ruffino”.