Mussomeli esclusa dal Distretto lattiero caseario “Sicilia”. Calà: “Sono partiti male”

MUSSOMELI– Si è riunita lo scorso 10 agosto a Ragusa, presso la sala conferenze della Provincia Regionale (per gli aderenti dell’Area Iblea), e in video conferenza con l’aula consiliare di Cammarata (per i sottoscrittori della Sicilia Occidentale), l’Assemblea Regionale del Distretto Produttivo Siciliano Lattiero Caseario, divenuto operativo a tutti gli effetti dopo il riconoscimento da parte dell’Assessorato per le Attività Produttive della Regione Siciliana. Una riunione a cui non è stato invitato il Comune di Mussomeli, nonostante insieme ad Acquaviva Platani, Campofranco, e Sutera, rientri per decreto tra le aree territoriali d’intervento.
Di qui il rammarico del sindaco di Mussomeli Salvatore Calà, che in una nota stampa chiarisce: “apprendo, con disappunto, che venerdì 10 agosto si è tenuta l’assemblea distrettuale del Distretto Lattiero Caseario  “Sicilia” presso l’aula consiliare del Comune di Cammarata, in video conferenza con l’aula conferenze della Provincia di Ragusa.
Dalle notizie apprese da MAGAZE, l’evento è stato organizzato dal costituito neo organismo per definire il programma delle attività e ufficializzare le cariche sociali del Distretto.
Alla luce di quanto rilevato, spiace costatare che l’avvio dell’attività del citato organismo, nato per valorizzare l’attività lattiera casearia siciliana, abbia ritenuto di dover far meno di invitare l’Amministrazione Comunale di Mussomeli (e temo dei quattro comuni del versante Nisseno) che aderisce al Distretto, anche attraverso le proprie aziende che rappresentano un’importante realtà del bacino della Valle dell’Alto Platani in grado di rafforzare la filiera produttiva.
E’ con il dovuto riguardo quindi che mi rivolgo al Presidente Enzo Cavallo, al Vice Presidente Totò Tuzzolino e ai responsabili del M.A.P. SpA, per dire che, a mio giudizio, sono partiti male se: da un lato richiedono il coinvolgimento dei cosiddetti “ attori istituzionali ” in grado di aggregare interessi territoriali e, dall’altro, fanno a meno della loro presenza nella delicata fase di pianificazione strategica del Distretto produttivo che, come è noto, comprende un congruo numero di nostre aziende, salvo che non se ne voglia fare a meno.”