
SUTERA – Pare cominciare con un anno di anticipo la campagna elettorale (o personale) per le prossime amministrative di Sutera. L’avv. Marco Carruba, ex sindaco, si esprime circa le ultime vicende giudiziarie che hanno interessato il piccolo centro nisseno, attaccando l’attuale amministrazione e soprattutto il sindaco Gero DIfrancesco che, sostiene Carrubba “in uno dei suoi comizi profetizzava come Sutera fosse un’isola felice e immune da ogni fenomeno mafioso o criminale, ove la mafia non ha mai attecchito”. Tale slogan veniva ripetuto in diversi convegni organizzati sul fenomeno mafioso, in presenza di illustri magistrati del Nisseno. Ma il sindaco Difrancesco nell’intervento comparso su un quotidiano regionale, come suo solito, cerca abilmente di rivoltare a suo favore la frittata. Sulla chiara richiesta formulata dal sottoscritto, e più precisamente “perché il nostro Comune non si è ancora costituito parte civile in questi procedimenti che si stanno celebrando a Caltanissetta”, e che vedono già la Provincia regionale, l’Ance ed il Comune di Serradifalco parti civili costituite ed ammesse, esordisce, testualmente: “Circa l’accusa di costituire il Comune parte civile nel procedimento contro Grizzanti va chiarito che lo stesso Grizzanti non è accusato di avere condizionato il Comune o di avere fatto qualcosa con la Pubblica Amministrazione. Di questi aspetti non so nulla”. Ci si chiede intanto quali aspetti il sindaco conosca e quali faccia finta di ignorare. Evidente è invece la mossa strategica posta in essere da Difrancesco, diretta al solo fine di contrapporre la figura dell’imputato Grizzanti (che in ogni caso si presume innocente fino a prova contraria e fino all’espletamento del terzo grado di giudizio) contro il sottoscritto. Desidero formulare – conclude l’avv. Carruba – un invito ed un consiglio al primo cittadino ancora per poco in carica: non ti si chiede di costituirti parte civile contro una determinata persona, ma di costituirti parte civile contro una presunta associazione che governava e condizionava le imprese, l’economia, la politica e la Pubblica Amministrazione anche di Sutera». Non si fa attendere la replica dell’attuale primo cittadino che ribatte: «Leggo attacchi farneticanti contro l’Amministrazione comunale di Sutera, da parte dell’avv. Marco Carruba: un giorno per non essersi costituita parte civile contro l’unico sospetto mafioso del Comune nell’inchiesta “Grande Vallone”; un altro per non aver avviato un procedimento contro la Sovrintendenza per i danni provocati dal vento furioso di questi giorni, all’ascensore panoramico. L’avv. Carruba dovrebbe ricordare, in quanto allora capogruppo di minoranza, che il Comune produsse un ricorso al Tar contro il diniego di nulla osta operato dalla Sovrintendenza al vecchio progetto sull’ascensore, uscendone soccombente. Non si capisce che tipo di azione legale potrebbe ancora produrre il Comune nei confronti di una istituzione preposta alla gestione del vincolo paesaggistico del territorio. Inoltre, la sua “auto-attribuzione” di “antimafioso” dovrebbe fargli ricordare che è stato un accanito sostenitore della costruzione dell’inceneritore, oggetto centrale dell’inchiesta “Grande Vallone”, di cui, tra l’altro, egli stesso difende uno dei principali imputati che avrebbe voluto, a detta della stampa, lucrare sulla fornitura del calcestruzzo all’impianto. Terzo, l’Amministrazione comunale non ha avuto modo di conoscere, se non per scarni accenni sulla stampa, le imputazioni che gravano sull’unico imputato di reati connessi alla mafia, di Sutera. Qualora dovessero emergere elementi tali da giustificare la costituzione di parte civile l’Amministrazione comunale non avrebbe alcun dubbio in merito e non si tirerebbe indietro nei suoi doveri». Una situazione, quella politico-sociale di Sutera che non si è mai placata e che continua a dividere in due una piccola comunità di poco più di mille anime.
Rino Pitanza