I comitati spontanei per l’agricoltura, tra cui il Movimento Terra è vita, ritornano in lotta in difesa del comparto agricolo siciliano, cui è legata il 60% dell’economia regionale. La mobilitazione di massa, partita all’alba, consta di numerosi presidi permanenti davanti ai comuni maggiormente coinvolti, blocchi stradali nelle maggiori vie di comunicazione della Sicilia (nella Palermo- Agrigento, nella Palermo-Sciacca, ecc), cortei di lavoratori e cittadini sensibili alla tematica. La nuova viva protesta degli esponenti del settore più martoriato si aggiunge ad altre sorte in queste ore in diversi punti nevralgici per l’economia dell’isola (il porto di Palermo, le raffinerie di Gela, ecc) e messe in atto da agricoltori e da altre categorie a rischio, queste ultime organizzatesi nel comitato “Forza d’Urto – La Sicilia si ferma”.
Ad essere duramente contestato è il Decreto Salva Italia, varato pochi giorni fa dal Governo tecnico presieduto dal prof. Monti: « Nel Decreto Salva Italia – Stermina Famiglie, – apprendiamo dal comunicato stampa emesso dai coordinatori di Terra è vita – il governo vuole incrementare la base imponibile con nuove tasse sui fabbricati rurali e terreni (strumenti di lavoro per gli agricoltori attivi!) che comporteranno un incremento di tassazione dal 100% al 400%.[…] Inoltre – si legge ancora – se a questo aggravio di costi prospettato dal decreto si aggiungono gli aumenti immediati dei carburanti il quadro e’ chiaro. In questo modo si uccidono delle aziende agricole già in grande difficoltà!». Il decreto penalizzerebbe le aziende in una duplice verso, tagliando le misure di sostegno all’agricoltura, e inasprendo la pressione fiscale sugli agricoltori, costretti a fare i conti giornalmente con un mercato dai meccanismi ‘oscuri’ in cui è risulta sempre più difficile ritagliarsi uno spazio ed essere competitivi, con tutte le conseguenza scaturite da redditi ormai inesistenti.
Gli agricoltori, mobilitati da tutta la Sicilia, da Cammarata a Milena, da Bolognetta a San Giuseppe Jato, da Camporeale a Corleone, da Catania con il Movimento dei Forconi ad Agrigento, Siracusa, Modica, Caltanissetta, presentano la loro ragionata proposta: «Noi riteniamo che oggi si debba procedere a far cassa aumentando il prelievo in altre direzioni. Ad esempio con una tassazione ulteriore sui capitali scudati, intensificando la lotta all’ evasione anche attraverso accordi bilaterali con la Svizzera, alla stregua di quanto gia’ fatto da Germania e Gran Bretagna e dismettendo le proprieta’ fondiarie pubbliche e tassando le intermediazioni finanziarie».
Conti alla mano, secondo gli agricoltori basterebbe tassare dello 0,015% le transazioni finanziarie per recuperare un gettito annuo di 60 miliardi di euro, e cioè quanto basterebbe al governo per attuare la moratoria di quei debiti che, in questi anni di recesso economico, le aziende agricole italiane hanno contratto con le banche e con Equitalia, quest’ultima «vero e proprio incubo – ci dice il coordinatore di Terra é Vita, Pino D’Angelo – non soltanto di noi agricoltori, ma anche di commercianti e artigiani, che numerosi oggi hanno sposato la battaglia e sono in scesi in strada con noi».
La foto è dell’architetto Hojjat Baghhighi