
SANTO STEFANO QUISQUINA – Una Chiesa illuminata a festa e gremita di fedeli ha accolto l’Arcivescovo di Agrigento Mons. Francesco Montenegro, a Santo Stefano
per inaugurare l’Anno Giordaniano. Domenica alle 18:30 l’Arcivescovo ha celebrato la Messa solenne con i parroci locali, Sac. Antonino Massaro e Sac. Antonio Cipolla, in occasione dell’inizio dell’anno dedicato a San Giordano, frate domenicano originario del paese montano, martirizzato in Giappone nel lontano 1634 e proclamato santo da Giovanni Paolo II il 18 ottobre 1987. Nel 2012 ricorre il venticinquesimo anniversario della sua canonizzazione, e la comunità ecclesiale di Santo Stefano ha dato il via ai festeggiamenti proponendo un anno di riflessioni e di celebrazioni che culmineranno a novembre dell’anno venturo. Ogni mese sarà ricordato un momento della vita del santo missionario, con
celebrazioni liturgiche e altre iniziative che vedono protagonisti gli stefanesi, attraverso l’istituzione di un Comitato permanente, guidato da Giuseppe Cardinale, e attraverso il coinvolgimento delle numerose associazioni di volontariato presenti in paese, che si sono già attivate per realizzare diversi progetti: in cantiere la realizzazione di un DVD commemorativo, di un calendario Giordaniano per l’anno 2012, e ancora rappresentazioni teatrali e cantastorie che hanno per soggetto la vita del Santo; si lavora anche alla stesura di un libro e alla realizzazione di un monumento commemorativo, con il patrocinio del Comune, che verrà installato in una delle piazze del paese. A conclusione, il Convegno Giordaniano, con numerosi interventi di agiografi e conoscitori del Santo, in cui si ripercorrerà la vita del santo, partito in missione per amore di Cristo, e per questo torturato e martirizzato per non aver mai rinnegato la sua fede. E proprio su questo punto Mons. Montenegro ha incentrato la sua omelia: ha voluto aprire il nuovo anno liturgico, iniziato domenica, incentrandolo sulla figura di San Giordano, suggerendo ai fedeli di seguire il suo esempio e non essere semplici praticanti, ma credenti: “Così come Giordano ha sopportato diverse torture, anche i fedeli devono sopportano il loro martirio quotidiano, che non è fatto di tormenti fisici, ma piccoli sacrifici da fare in nome e per amore di Cristo”. Subito dopo si è svolto il rito dell’offertorio, durante il quale il Sindaco Leto Barone e due rappresentanti del corpo dei Vigili Urbani hanno portato all’altare l’olio, che alimenterà la lampada di San Giordano per un intero anno. Al termine della Messa l’Arcivescovo si è trattenuto per salutare personalmente le autorità locali e i numerosi volontari presenti alla celebrazione.