A Santo Stefano l’Arcivescovo Mons. Montenegro inaugura l’Anno Giordaniano

SANTO STEFANO QUISQUINA – Ha inizio il 20 novembre l’Anno Giordaniano: un anno interamente dedicato ai festeggiamenti in onore di Giacinto Giordano Ansalone in occasione del venticinquesimo anniversario della sua canonizzazione, avvenuta il 18 ottobre 1987.  La comunità ecclesiale intende ricordare e onorare questo Santo paesano, “Un Santo relativamente ‘giovane‘- ci spiega il Sacerdote Antonino Massaro – che spesso non viene adeguatamente ricordato poiché il suo culto non è ancora radicato nella tradizione, così come è avvenuto per altri Santi”. Nato a Santo Stefano Quisquina il 1° novembre del lontano 1598, Giacinto fu battezzato nella Chiesa Madre del paese, in cui ancora si conserva il Fonte Battesimale dell’epoca.

Frequentò i Domenicani del paese natio, poi studiò ad Agrigento e Palermo, finché non partì alla volta di Salamanca, e da lì, si recò poi nelle Filippine, iniziando la sua grande avventura missionaria con altri religiosi, nel 1625. Nel 1633 fu mandato in Giappone, dove gli annunziatori della parola di Cristo venivano perseguitati: a questo proposito proprio San Giordano ci parla dei travagli che dovette subire in una lettera che ci è stata tramandata, dove descrive i pericoli e i rischi corsi per via della sua missione. In un’altra lettera ci parla di una sua malattia, che lo costrinse a ritornare a Nagasaki, poiché pensava di essere in punto di morte. “Ma la Vergine Santissima mi guarì – si legge nel documento– avendoLe io chiesto con fiducia filiale di ridarmi la salute fino a che mi avessero ucciso per Cristo”. Così, secondo il suo volere, il missionario stefanese fu perseguitato e subì numerose torture, ricusò fermamente qualsiasi proposta di apostasia e fu per questo appeso al patibolo, sulla “collina dei Martiri” di Nagasaki, dove spirò il 17 novembre 1634. Di lui non ci rimane neanche una reliquia, poiché il suo corpo fu bruciato dopo la morte e le sue ceneri buttate in mare. La causa di beatificazione iniziò quasi subito, ma si protrasse per secoli per via di lunghe interruzioni, fino a quando Papa Giovanni Paolo II proclamò Giordano Beato, il 18 febbraio 1981, e poi Santo il 18 ottobre 1987.  A inaugurare l’anno di festeggiamenti in onore di San Giordano, la celebrazione solenne della Messa, domenica 20 novembre alle ore 18:00, officiata dall’Arcivescovo di Agrigento Mons. Francesco Montenegro e animata dai giovani del paese. Durante l’offertorio, il Sindaco Leto Barone porterà all’altare l’olio che alimenterà la lampada di San Giordano, che rimarrà accesa per l’intero Anno Giordaniano. L’intera celebrazione potrà essere seguita anche su internet, poiché sarà trasmessa in streaming grazie ai ragazzi di Quisquinachannel. A seguire, ogni mese, fino a novembre 2012, ci saranno delle celebrazioni che ricorderanno vari momenti legati alla vita del Santo e alle fasi della sua beatificazione, prima, e canonizzazione dopo. Sarà coinvolta l’intera comunità stefanese, con un Comitato permanente composto da quaranta elementi, tra cui anche il Sindaco, capitanato dal presidente Giuseppe Cardinale, che si occuperà dell’organizzazione delle manifestazioni. Anche le numerose associazioni di volontariato presenti nel territorio si impegneranno con diverse iniziative per conoscere e far conoscere la vita e la storia di San Giordano: sono già al lavoro per la realizzazione di un Calendario Giordaniano per l’anno 2012, che sarà distribuito a dicembre; in cantiere anche una rappresentazione teatrale e una manifestazione con cantastorie che hanno per soggetto la vita e gli eventi legati al Santo; ancora si sta realizzando un DVD commemorativo e si sta lavorando anche alla stesura di un libro che possa ulteriormente perpetuare la memoria di San Giordano. A conclusione dell’anno di festeggiamenti, un Convegno con numerosi esperti in agiografia e conoscitori della vita del Santo, e la celebrazione della festa religiosa, il 19 novembre, con la Messa Solenne, la processione e i fuochi d’artificio, “Con l’augurio e la speranza – sottolinea Padre Massaro – che queste celebrazioni possano ripetersi ogni anno ed entrare nel cuore e nelle tradizioni di culto degli stefanesi”.

L'arcivescovo di Agrigento Mons. Montenegro, che officierà la Messa Solenne