Mafia: quattro arresti fra Cammarata e Casteltermini

CAMMARATA. È di quattro arresti il bilancio dell’operazione “Kamarat” portata a termine stamattina dai carabinieri della compagnia di Cammarata su provvedimento della direzione distrettuale antimafia di Palermo. Si tratta di Angelo Longo, 47 anni, e Mariano Gentile, 58 anni, entrambi di Cammarata; Giovanni Calogero Scozzaro, 53 anni, e Vincenzo Giovanni Scavetto, 71 anni ambedue di Casteltermini. A Scavetto sono stati riconosciuti gli arresti domiciliari per ragioni di età. I quattro sono ritenuti responsabili del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Per Angelo Longo c’è anche l’aggravante del ruolo direttivo che avrebbe rivestito all’interno della famiglia di Cammarata, ereditato dopo la morte del padre Luigi. Sempre lo stesso Longo è imputato di concorso nel sequestro prima e nei successivi omicidio e soppressione del cadavere di Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Mario Santo, rapito, ucciso e poi sciolto nell’acido nel 1996 a San Giuseppe Jato.
Secondo quanto è emerso dalle indagini degli inquirenti sulla base dei riscontri alle rivelazioni dei collaboratori di giustizia, i quattro arrestati avrebbero fatto parte delle famiglie di Cammarata, Castronovo di Sicilia e Casteltermini. A tutti è stata riconosciuta l’aggravante della disponibilità di armi ed esplosivi per la realizzazione delle attività illecite dell’associazione e di aver costituito un’associazione per il controllo di attività economiche finanziate con il prodotto, profitto e prezzo di altri delitti.
Particolarmente pesanti le accuse a carico di Angelo Longo, accusato anche di avere preso parte al sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, di 13 anni, per indurre alla ritrattazione il padre Santo Di Matteo, collaboratore di giustizia. Il sequestro era stato commesso nel 1993 in concorso con Giovanni ed Enzo Brusca, Leoluca Bagarella, Gerlandino Messina, Alfonso Falzone e Luigi Putrone. Il piccolo Di Matteo è stato rapito il 23 novembre 1993 a Villabate ed è proseguito in provincia di Agrigento e in altre località siciliane. Il ragazzino è stato poi strangolato e disciolto nell’acido a San Giuseppe Jato l’11 gennaio 1996.
Gli arrestati sono stati rinchiusi al Pagliarelli di Palermo.
L’operazione, condotta dai carabinieri di Cammarata con la collaborazione dei militari del nucleo operativo di Agrigento, è coordinata dal procuratore aggiunto della procura della repubblica di Palermo – dda Vittorio Teresi, con la collaborazione dei sostituti Giuseppe Fici ed Emanuele Ravaglioli. L’ordine di custodia cautelare in carcere è stato invece emesso dal gip Fernando Sestito.