
<<Io mi chiamo Alfredo>>. Citare il proprio nome di battesimo, come elemento a discolpa, era sembrata una delle tante involontarie boutade dette dalla maggior parte delle 51 persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta sulle patenti facili. Eppure Alfredo Gioietta lo diceva a ragion di veduta. <<Quello nelle immagini non sono io. E io mi chiamo Alfredo>>, aveva detto e ripetuto. Alla fine, dopo poco meno di dieci giorni trascorsi agli arresti domiciliari, gli stessi investigatori hanno ammesso l’errore di persona e il Gip Piergiorgio Morosini ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Marcello Consiglio, rimettendo in liberà l’indagato. La cui posizione si avvia verso l’archiviazione. E adesso si cerca il vero colpevole.
E’ stato il legale, con un approfondimento su carte e supporti magnetici, a dimostrare che l’impiegato della motorizzazione è estraneo alle contestazioni. Contro Alfredo Gioetta, comunque, si è già messo in moto, con estrema solerzia, il procedimento disciplinare avviato dall’amministrazione regionale e collegato all’arresto che aveva subito. Nell’inchiesta sulle patenti facili molti indagati hanno già confessato. Gioetta era accusato di avere consegnato denaro al proprio collega Antonio Nobile, il personaggio – chiave dell’intera vicenda, per agevolare la revisione di due veicoli. Contro l’impiegato c’era un video e la registrazione della conversazione con Nobile. Nelle immagini girate dalla polizia si vedeva una persona che sembrava l’indagato. La trascrizione integrale della conversazione faceva riferimento però a un nome che non era Alfredo, ma ad esempio (usiamo un nome di Fantasia) Giuseppe: a questa persona Nobile chiedeva di compilare un paio di moduli, ottenendo in cambio denaro. L’avvocato Consiglio ha prodotto la trascrizione e il video con l’audio. Il Gip e il pm Amelia Luise hanno chiesto alla polizia di rivedere la situazione e alla fine gli agenti hanno detto che il colpevole è <<molto somigliante al Gioetta>>, ma non è lui. <<L’episodio di corruzione è da attribuire dunque ad altra persona, al momento non identificabile>>. Gioetta è stato così rimesso in libertà, col parere favorevole del pm.
R.AR.
Tratto dal Giornale di Sicilia – Cronaca di Palermo – di sabato 5 febbraio 2011