Il TAR dà ragione ad “Alternativa per Cammarata”

Il TAR di Palermo, con sentenza pubblicata il 29 novembre 2010, annulla le due delibere consiliari di nomina del Collegio dei Revisori e tutti gli atti presupposti, connessi e consequenziali.

Il gruppo di minoranza del Comune di Cammarata, composto dai Consiglieri Carità Vincenzo, Traina Giuliano, Mangiapane Giuseppe, Migliore Filippo, Lo Sardo Francesco e Bellino Mario, rappresentato e difeso dall’Avv. Francesco Vinci del foro di Palermo, costretto a ricorrere di fronte ai giudici togati per il rispetto dei diritti propri e di tutti i cittadini, ottiene una vittoria preannunciata.

Con una prima delibera consiliare, approvata a colpi di maggioranza e di prepotenza, il Consiglio comunale di Cammarata nominava un Collegio dei Revisori all’interno del quale due dei tre membri erano ineleggibili.

Con una seconda delibera consiliare, sempre approvata a colpi di maggioranza e di prepotenza, lo stesso Consiglio nominava un Collegio dei Revisori in modo illegittimo, attraverso lo stesso sistema di triplice votazione, utilizzato anche in precedenza.

Naturalmente non era interesse della minoranza ricorrere alle sedi giurisdizionali per far applicare la legge, difatti più volte, in sede consiliare e attraverso comunicati stampa, “Alternativa per Cammarata” si era prodigata nel portare a conoscenza della maggioranza il consolidato orientamento giurisprudenziale, confermato anche dall’ultima sentenza del TAR che obbliga il Consiglio Comunale di Cammarata ad essere convocato per la terza volta in tre mesi e a votare (speriamo definitivamente) l’organo controllore.

Secondo quanto aveva fatto intendere la maggioranza, il legislatore siciliano voleva che i controllati nominassero i loro controllori, votando singolarmente i membri del collegio. Se questo fosse vero si svuoterebbe la funzione del Collegio dei Revisori che invece, per garantire l’imparzialità che lo dovrebbe contraddistinguere, deve al suo interno rappresentare anche la minoranza.

Secondo quanto stabilito dai giudici di Palermo e, precedentemente, anche dal TAR di Catania e dal CGA, la normativa in vigore va interpretata secondo una lettura costituzionalmente orientata. Pertanto, in Sicilia, ogni consigliere comunale ha diritto ad eleggere un solo componente e ad esprimere una sola preferenza in seno all’operazione di votazione. Tale votazione deve essere unica e non triplice come era stata imposta dalla maggioranza. Opinare diversamente, infatti, così come ha anche confermato la sentenza in commento, significherebbe svuotare di contenuto la previsione del voto limitato che invece in democrazia è previsto per garantire alle minoranze politiche la possibilità di esprimere propri rappresentanti.

Non basta votare una delibera ed avere i numeri per avere ragione ma bisogna anche rispettare la normativa. I consiglieri di maggioranza del comune di Cammarata hanno votato per ben due volte, nominando tecnici, vicini politicamente all’attuale Amministrazione, calpestando il diritto della minoranza ad esprimere i propri rappresentanti. Ora, finalmente è stato stabilito da un Tribunale che il gruppo “Alternativa per Cammarata” aveva ed ha ragione.

E’ di recente pubblicazione su Magaze.it un articolo di Cammarata Futura, sicuramente scritto da luminari, che spacciava per verità assoluta (la loro) una ricostruzione dei fatti e un’interpretazione legislativa bocciata dai Giudici di Palermo. Per amore della verità tanto bistrattata da chi ha scritto quell’articolo, firmato dall’intera coalizione, vogliamo chiarire alcuni aspetti messi in evidenza durante i consigli comunali, sulla stampa e sui siti locali. La maggioranza non ha voluto comprendere ovvero è stata in malafede ed ha utilizzato armi decisamente spuntate per attaccare la minoranza. “Alternativa per Cammarata”, con capacità e coerenza, in Consiglio Comunale ha rilevato che si stava procedendo in difformità a quello che ormai da un quinquennio è una stabile interpretazione della giurisprudenza. Ma i vertici della coalizione di maggioranza hanno convinto i consiglieri comunali a sbagliare, votando con una modalità vetusta ed incoerente con i principi costituzionali.

Il Consiglio Comunale (la maggioranza) ha votato una delibera illegittima e non solo a giudizio di “Alternativa per Cammarata” ma anche a giudizio dei Giudici togati del TAR di Palermo. Noi l’avevamo detto e ripetuto: “…con la legge dei numeri non si va avanti”. Questa ostinazione contro i diritti della minoranza e della legalità è costata ai cittadini di Cammarata una parcella pagata circa 3.000,00 €, ben il triplo della cifra pagata, di tasca propria, dai consiglieri di opposizione. Non sarebbe ora necessario rimpinguare le casse comunali con i soldi personali degli amministratori e dei consiglieri della maggioranza restituendo ai cittadini il maltolto?

Bisogna dire ai cittadini che in sei mesi di amministrazione non hanno presentato una, sottolineiamo una,delibera scevra di errori, tanto che ormai il gruppo dirigente di questa maggioranza è timorosa nel presentare delibere in Consiglio Comunale per paura di commettere passi falsi.

Considerato l’atteggiamento ostile all’applicazione della norma da parte del Presidente del Consiglio, il gruppo consiliare “Alternativa per Cammarata” ha consegnato la richiesta di convocazione e la proposta di delibera per la nomina del Collegio dei Revisori.



Gruppo consiliare

“Alternativa per Cammarata”