VALLELUNGA – Il problema ATO, perché oramai per gli utenti di problema trattasi, continua a far discutere in numerosi comuni siciliani o per l’inefficienza del servizio o per una rivisitazione delle aliquote che spesso gli amministratori locali “sono costretti” – dicono – a rivedere, quasi sempre maggiorandole. E così la scelta della Commissione Straordinaria di aumentare la TARSU, per l’anno 2010, da euro 0,60 al mq a 1,32, non poteva che suscitare malumori nella cittadina, a tal punto da spingere il presidente Nicola Diomede e i commissari Andrea Nino Caputo e Carmelo Fontana a inviare ai contribuenti una lettera aperta per spiegare, in maniera dettagliata, le motivazioni della loro decisione e le azioni da mettere in atto per contenere il costo del servizio. Poco più di una pagina, in cui hanno riportato anche un prospetto tratto dal quotidiano La Sicilia dell’8 luglio scorso, per dimostrare che – scrivono testualmente – “comunque, anche con l’incremento delle aliquote, il comune di Vallelunga si colloca in una posizione mediana rispetto agli altri enti facenti parte dell’ATO Ambiente CL1.” L’ultima rivisitazione delle cartelle esattoriali risaliva al 2002, ben 8 anni addietro, mentre il costo di gestione per gli anni 2005, 2006 e 2007 è stato rispettivamente di 319838.11, 521305.84, 487725.35. Un’escalation che ha indotto i vertici dirigenziali comunali dapprima a richiedere alla Regione Sicilia un’anticipazione di 400000 euro per far fronte ai debiti della precedente amministrazione, che in sede di bilancio non aveva previsto una tale spesa, quindi ad aumentare la tariffa e scongiurare così il pericolo del dissesto che avrebbe portato “conseguenze economiche ben più pesanti a carico dei cittadini”. Una manovra dettata anche dall’aver coperto nel 2007 il costo del servizio solamente al 34,89%, quanto invece la legge prescrive una percentuale non inferiore al 50%. Insomma chi ha governato fino al 2009, anno di insediamento della Commissione, non lo ha fatto in maniera egregia e adesso i nodi vengono al pettine. Ai vallelunghesi non resta dunque che pagare, con la speranza che, come promesso, “si adotti un criterio di premialità, mediante riduzione del tributo, per i cittadini che si impegnano a conferire più rifiuti differenziati”, e che “venga finalmente esercitato un controllo effettivo sulla gestione del servizio.”