E’ stata archiviata l’inchiesta nei confronti di Vincenzo Giambrone, ex presidente dell’Ast, e dell’avvocato Gaetana Maniscalchi che dell’azienda siciliana trasporti era stata consulente esterno. Dal 2007 erano indagati per abuso d’ufficio. Secondo l’accusa, tra le prerogative di Giambrone non c’era quella di nominare dei collaboratori esterni. L’ex presidente, inoltre, non avrebbe potuto avviare le procedure di vendita delle azioni di una società partecipata dell’Ast. “Nessun atto illegittimo è stato commesso. Giambrone aveva pieno titolo di fare ciò che ha fatto”, ha ribattuto il legale della difesa, l’avvocato Claudio Gallina Montana. Dello stesso avviso il pubblico ministero, Laura Vaccaro, che nella richiesta di archiviazione, accolta dal gip Silvana Saguto, ha sostenuto che nella vicenda non era emersa alcuna condotta degna di rilievo dal punto di vista penale e che “le eventuale incongruenze non sono espressione di interessi illeciti”. L’avvocato Luisa Gaetana Maniscalchi, nel luglio del 2008, ha patteggiato una condanna a un anno e sei mesi di reclusione, pena sospesa, per favoreggiamento nei confronti di uno dei fedelissimi del latitante Giuseppe Falsone, capo della mafia agrigentina. La penalista, ex presidente del consiglio comunale di Naro, era pure finita in carcere. La condanna è arrivata per il favoreggiamento di un affiliato a Cosa nostra ma non dell¿intera associazione mafiosa. Secono la Procura, la Maniscalchi aveva comunicato un’informazione riservata su indagini in corso ad uno dei presunti fedelissimi di Falsone, Giuseppe Sardino, con un passato da consigliere comunale. Non è mai stata confermata l’esistenza della talpa che avrebbe informato la Maniscalchi che, in sede d’interrogatorio, disse di esseresi inventata tutto. Il pubblico ministero Fernando Asaro, al termine del processo, inviò gli atti al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Agrigento.
Fonte: Livesicilia.it