Processo “Everest” confermate dodici condanne

Dodici condanne con riduzione della pena per due imputati. Questo l’esito  del processo di appello “Everest” scaturito dall’indagine antidroga condotta dai carabinieri nell’aprile del 2007.  La pena più alta è stata inflitta a Carmelo Musacchia 33 anni  di San Giovanni Gemini che comunque ha avuto una riduzione della pena da 15 anni e 4 mesi a 14 anni , considerato il capo della banba , 5 anni per il carabiniere coinvolto nell’organizzazione Luigi Zibella , che prestava servizio presso il locale comando di San Giovanni Gemini anche per lui la Corte di appello ha ridotto la condanna a 3 anni e 8 mesi .

Per il resto della struttura della banda è stata confermata la sentenza di primo grado emessa il 7 agosto del 2008, con il rito abbreviato del gup di Palermo Adriana Piras. A 8 anni e sei mesi per l’albanese Njiazi  Vecani , a 7 anni un mese e 10 giorni per Abello Rosario , poi ancora: sei anni e 8 mesi ad Antonio Cornacchiari della provincia di Milano e Napoleone Giorgio  Mirabile , 5 anni e 9 mesi per  Salvatore Galvano ;5 anni e 8 mesi a Pietro Bandiera , 5 anni e 2 mesi per Vito Guanà , 4 anni e 6 mesi per Matteo Marino ,un anno e un mese per Domenico Maggio e un anno a Salvatore Margagliotta.  Le imputazioni erano quelle di associazione a delinquere  finalizzata allo spaccio. A Maggio e Margagliotta non veniva contestato il vincolo associativo.

Gli stupefacenti secondo l’accusa sarebbero arrivati dal Nord  e poi smerciati nell’agrigentino. Il procuratore  generale Florenzano Cristodaro aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado. I difensori avevano invocato l’assoluzione, sostenendo la mancanza di prove sull’esistenza del vincolo associativo. Qualcuno ha già annunciato ricorso in cassazione . Le pene sono comunque ridotte di un terzo in base a quanto prevede il rito.