ROCCAPALUMBA – Riesce a rimanere in Italia per dieci anni, cambiando continuamente i suoi dati anagrafici. Alla fine, però, per il senegalese scatta l’arresto. I carabinieri lo hanno fermato a Roccapalumba e condotto nel carcere di Termini Imerese, dovendo rispondere del reato di clandestinità. Il giovane aveva imparato a farla franca grazie a un collaudato sistema: a tutte le forze di polizia che lo fermavano forniva dati anagrafici sempre diversi. Di rientro da Palermo, e diretto verso Agrigento, a Roccapalumba aveva deciso di scendere momentaneamente dal pullman lasciando nel mezzo la sua borsa, colma di oggetti da rivendere. Ma aveva fatto tardi e il mezzo si era allontanato, lasciandolo a piedi e senza la preziosa merce. Il poveretto e’ andato nel panico, tanto da richiamare l’attenzione di una pattuglia di carabinieri e chiedere loro aiuto. In preda alla confusione ai due militari dell’aliquota Radiomobile di Lercara Friddi ha fornito le sue generalità, non quelle vere, ma dati anagrafici da lui già in passato utilizzati e per i quali, pochi giorni prima, era stato emesso dal questore di Palermo un ordine di espulsione. Raggiunto il Comando Compagnia l’analisi dell’impronte dattiloscopiche ha fatto emergere le sue tre ulteriori identità, fornite alle forze di polizia di mezza Italia, dal nord al sud; dati anagrafici di un soggetto nato un po’ dovunque in Senegal, tra il 1965 ed il 1975. Purtroppo per lui questa volta gli è andata male e a un maresciallo, capito l’errore, aveva persino chiesto: “Come ho detto che mi chiamo? Sa mi sento un po’ confuso”. Matar, Antoine, Abdullah… alcune delle sue false identità: l’importante era cambiare al momento giusto. “Ma dimmi la verità – gli ha chiesto il carabiniere – come ti chiami per davvero?”. Un sorriso, l’occhio che si illumina e la risposta senza risposta, data quasi in un soffio stanco e rassegnato: “Chiamami clandestino”. Così rimangono quei tanti “alias” – senza un nome vero – per un solo volto segnato dalla speranza infranta di un viaggio intrapreso dieci anni prima verso una fortuna mai arrivata.
(fonte: Agi)