Vincolo paesaggistico: il Comitato fa chiarezza

IMG_3038MUSSOMELI – Un nuovo incontro, chiarificatore, con la partecipazione di legali e tecnici, per offrire agli interessati un quadro completo del recente vincolo imposto dalla Soprintendenza dei beni Culturali di Caltanissetta al Castello manfredonico-chiaramontano. Si terrà venerdì 8, alle 19.30, presso la biblioteca comunale “Paolo Emiliani Giudici” ed è stato voluto dal Comitato Paesaggistico Castello. “Vogliamo vincoli equi” – afferma la presidente Santina Favata. Ciò che chiedono è la possibilità di custodire la genuinità di un patrimonio di primaria importanza per il turismo locale tenendo conto, al contempo, degli interessi e delle ragioni di chi in quelle terre ha regolare licenza per una casetta di campagna o continua a fare sacrifici per costruirne un giorno una. Poco più di un mese fa, con un documento a  firma della soprintendente Rosalba Panvini, veniva invece individuata una vasta area di non edificabilità, nota come livello 3. Un piano paesistico di tutela ambientale al momento transitorio, destinato però a divenire definitivo trascorsi 210 giorni dalla data di affissione della comunicazione all’Albo Pretorio del Comune, avvenuta lo scorso 16 novembre. Dalla nota si evince che, sebbene il territorio in questione sia oramai “fortemente antropizzato”, risulta “indispensabile mantenere lo status quo, per quanto già offensivo alla luce del decoro dello splendido maniero medievale, senza escludere futuri interventi di acquisizione e demolizione.” Ed è stata soprattutto quest’ultima frase, peraltro ribadita più avanti nei seguenti termini – “è auspicabile un’intesa attività di demolizione dell’esistente attorno al bene tutelato” – a suscitare forti reazioni in quanti, più di 1000, hanno trovato il proprio nominativo tra quelli interessati dal provvedimento. Per lo più privati cittadini che chiedono di poter costruire ricorrendo alla bio-edilizia, in modo da tutelare al contempo l’ambiente e il diritto di proprietà. Anche perché ritengono di essere stati penalizzati rispetto a chi ha ottenuto l’autorizzazione a costruire capannoni nelle immediate vicinanze della dimora che fu di Manfredi. Il riferimento è alle recenti costruzioni che ospitano grosse catene di supermercati, escluse di fatto dal procedimento.