
Agrigento, Lampedusa e i comuni di tutta la provincia vivono il proprio essere Capitale Italiana della Cultura come un’occasione di riflessione sul rapporto tra gli esseri umani, tra l’uomo e la natura per comprendere quali visioni di futuro le artiste e gli artisti possono offrire nell’interpretare le trasformazioni culturali, necessarie a governare gli effetti prodotti dai cambiamenti climatici, dall’innovazione tecnologica e dalla mobilità umana.
La ricerca di sintesi tra armonia e conflitto per la costruzione di cittadinanze attive e fiduciose in se stesse richiama le teorie di Empedocle, filosofo dell’antica Akragas, che ispira la struttura del programma culturale, articolato sui 4 elementi generativi: acqua, aria, terra e fuoco.
Sono 44 i progetti già inseriti nel dossier di candidatura, a cui si aggiungono altre straordinarie iniziative proposte da tutte le istituzioni culturali del territorio.
“Lasciati abbracciare dalla cultura” è il messaggio lanciato da Agrigento, definita da Pindaro “la più bella città dei mortali”.
In continuo raccordo tra passato e contemporaneo il programma affonda le radici sui 2.600 anni di storia della città e coinvolge le giovani generazioni per promuovere la cultura come caposaldo della crescita individuale e comunitaria, trovando continui stimoli d’ispirazione e di confronto.
Il territorio agrigentino è attraversato da luoghi vissuti da grandi autori – avendo come baricentro Agrigento e la Valle dei Templi – in un circuito turistico-culturale che induce il visitatore a godere delle ricchezze artistiche, monumentali, archeologiche e naturalistiche e apprezzarne la tradizione enogastronomica.
Il Kaos e il mar aspro africano dove “vive” il drammaturgo e Premio Nobel per la letteratura Luigi Pirandello, la Vigàta delle opere di Andrea Camilleri, padre del Commissario Montalbano, e poi la Regalpetra, ovvero Racalmuto, che diede i natali a Leonardo Sciascia.
Come non immergersi poi nella favola del Gattopardo, i luoghi protagonisti del famoso romanzo storico siciliano, Palma di Montechiaro e Santa Margherita Belice, che ispirarono la penna di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. E ancora i racconti e le opere teatrali di Antonio Russello nella sua Favara, paese che ha ereditato diverse contaminazioni culturali, tra cui quelle d’origine araba, fino alla realizzazione dell’odierna Farm Cultural Park.
Con i nostri templi, i teatri, il paesaggio straordinario, il cibo e i prodotti della natura che insieme vogliamo rispettare e tutelare, con questa ricchezza dovranno confrontarsi gli artisti chiamati ad attraversare il nostro territorio e le nostre anime lasciando alla città le tracce del loro pensiero. È grazie al loro sguardo che Agrigento e la sua provincia si offrono come laboratorio aperto di riflessione e creatività capace di confrontarsi con la complessità del presente ed immaginare un futuro sostenibile e condiviso.
Un programma culturale ricco e articolato, che non si riduce ad un evento ma ad un viaggio di scoperta e trasformazione, ma anche la messa a sistema di un’offerta culturale integrata che possa essere per le comunità nuova occasione di crescita economica, sociale e culturale. Un progetto capace di innescare processi virtuosi per il territorio, considerando la presenza dei viaggiatori come un’opportunità di scambio e di relazione.
La celebre Valle dei Templi, percorsa ogni anno da oltre un milione di turisti, accoglierà i visitatori del 2025 con i suoi gli ulivi secolari, la sua storia millenaria e con la ricchezza delle persone che ogni giorno vivono e animano questi luoghi. Concerti, mostre, e nuove installazioni di arte contemporanea si alterneranno nei luoghi simbolici della Valle e nel prezioso centro storico di Agrigento.
Spettacoli, workshop, incontri, itinerari, arte, performance, prodotti della creatività e modalità innovative di fruizione e visite di luoghi accessibili e riaperti per l’occasione accompagneranno i visitatori verso nuovi approdi per riscoprire l’essenza delle relazioni fra il sé, l’altro e la natura ispirati della bellezza unica del territorio agrigentino.