I nati del 1974 di Cammarata e San Giovanni Gemini festeggiano insieme i 50 anni

Compiere cinquant’anni avendo la consapevolezza di avere già una buona esperienza della vita, di avere costruito qualcosa, di avere lasciato un segno con il proprio operato nella società, ma nello stesso tempo sapendo che c’è da darsi da fare e che si può dare ancora tanto. Con questo spirito i cinquantenni di Cammarata e San Giovanni Gemini hanno festeggiato tutti insieme il 16 novembre 2024 questo importante traguardo.

Nati nel 1974, anno in cui il pittore siciliano Renato Guttuso realizza il celebre quadro “La Vucciria”, i cinquantenni si sono dati appuntamento prima per un ringraziamento al Signore. La messa è stata celebrata nella chiesa madre di San Giovanni Gemini sotto lo sguardo di Gesù Nazareno da Don Salvatore (Totò) Traina con il quale sono cresciuti e che è uno dei sacerdoti storici del territorio. Chi vuole vedere la diretta la trova sulla pagina Facebook Irene Catarella. Nella sua omelia Don Totò ha consegnato cinque parole cardine, cinque fari dell’esistenza, una per ogni decennio vissuto, e ha scelto di dirli in inglese per sottolineare la modernità in cui viviamo. Sono quattro parole vertici di un quadrato, “Thanks, News, Love, Heart”, con al centro la quinta, la più importante, “God”.

La prima parola “Thanks”, cioè “Grazie”, è fondamentale perché a 50 anni si deve ringraziare Dio per quello che si è diventati,  adulti con un carico di vita e progetti realizzati, e per quello che si è ricevuto. La seconda parola “News”, cioè “Novità”, attesta come siamo già catapultati nel mondo nuovo della postmodernità dove non tutto è ancora chiaro, ma dove c’è tanto da fare, e ogni cinquantenne deve essere in grado di addentrarsi sempre più in questa dimensione accettando e vivendo le realtà più belle senza scoraggiamenti e paure.

La terza parola è “Love”, cioè “Amore”, perché più che mai a 50 anni si deve avere la consapevolezza che qualunque vita conduciamo c’è sempre da alimentare l’amore, rappresentato in modo esemplare dall’inno alla carità della Prima Lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi. L’amore è riconoscimento, rispetto e apprezzamento degli altri in uno scambio di arricchimento reciproco.La quarta parola è “Heart”, cioè “Cuore”, la sede dei sentimenti che non possono diventare meccanismi aridi né possono ridursi a tecnologia: solo un cuore palpitante di sentimenti veri e profondi di bene può farci fare grandi cose. Questo concetto deve essere chiaro per i cinquantenni che fanno parte della categoria degli adulti responsabili delle nuove generazioni.

La quinta parola, quella centrale, è “God”, cioè “Dio”, perché solo Dio ci può immettere nella via del bene e può farci vivere bene la nostra vita. La messa è stata animata in modo eccellente dal Coro Nicolas. Prima della conclusione, sono state benedette le medaglie ricordo dell’evento che Don Totò stesso ha consegnato a ogni cinquantenne, insieme a un segnalibro con le parole evidenziate nell’omelia, ed è stata letta una preghiera comunitaria di ringraziamento a Dio. I cinquantenni sono poi andati a festeggiare ai “Filici” di Paolino Scibetta con un’ottima cena a buffet animata mirabilmente da Eros Alessi, ballando felicemente insieme, confrontandosi, raccontandosi, trascorrendo una serata all’insegna dell’armonia e della gioia. La confettata al ristorante è stata allestita da Dolci e Decora.

Foto di Valentina Martorana