
BIVONA – La Rete degli Studenti Medi di Bivona si fa sentire con un comunicato carico di denuncia e speranza, lanciando un appello alle forze politiche e sociali del Paese. Dopo anni di proteste, assemblee e occupazioni, gli studenti puntano il dito contro le risposte repressive del Governo Meloni, accusato di criminalizzare il dissenso e minacciare la libertà di espressione.
“Decreto Rave, decreto Caivano, la riforma della condotta, ddl sicurezza: sono strumenti con cui si marginalizzano e si puniscono le nuove generazioni. Il Governo ha un problema con il dissenso”, si legge nel comunicato. Gli studenti denunciano un clima di crescente repressione, che si manifesta non solo nelle piazze ma anche nelle scuole, luoghi che dovrebbero essere culle di democrazia e progresso.
Per i giovani della Rete, il costante attacco ai diritti, come quello all’istruzione gratuita e accessibile, rappresenta una minaccia alla stessa idea costituzionale di scuola come motore di emancipazione e trasformazione sociale. “Assistiamo impotenti al tracollo dell’idea della scuola come ascensore sociale. L’approccio punitivo vuole abituarci a un clima di controllo del dissenso”, affermano.
Ma non si arrendono. “Siamo le studentesse e gli studenti di questo Paese, il presente e il futuro dell’Italia. Non possiamo farci fermare”. Con queste parole, il comunicato si conclude con un appello accorato alle forze politiche e sociali, affinché si uniscano alle loro battaglie per mettere l’istruzione al centro dell’agenda politica e promuovere politiche giovanili che garantiscano un futuro dignitoso e non precario.
Il messaggio è chiaro: senza il dissenso non c’è democrazia, e la partecipazione dei giovani è essenziale per costruire un’Italia migliore.