Bivona: La Professoressa Irene Catarella relatrice sulla santità rosaliana declinata oggi nella vita della Beata Armida Barelli

BIVONA –  In occasione del 400esimo anniversario della proclamazione di Santa Rosalia a patrona di Bivona avvenuta nel 1624, la Professoressa Irene Catarella, Presidente dell’Azione Cattolica di San Giovanni Gemini, è stata invitata a tenere presso la Chiesa Madre di Bivona una catechesi sulla santità della Santuzza declinata ai nostri giorni nella testimonianza della Beata Armida Barelli, nella quale ha sottolineato come entrambe siano state donne di fede vera e concreta, anche se una come eremita e l’altra attiva in società, dimostrando che tutti possiamo essere santi qualunque sia il nostro percorso esistenziale purché venga vissuto alla luce di Cristo.
Accolta con grande affetto e partecipazione dall’arciprete Don Marco Vella, dalla Professoressa Riccarda Zanin, Presidente dell’Azione Cattolica di Bivona, e da tutta la Comunità ecclesiale bivonese, la Professoressa Catarella ha messo in evidenza come Santa Rosalia e la Beata Armida Barelli ci insegnano che tutti possiamo percorrere il cammino verso la santità, anche se in modi diversi.
“Per Armida Barelli tutto era dono di Dio e si affidava al Sacro Cuore di Gesù, al quale era devotissima tanto da volere che l’Università Cattolica di Milano, di cui fu cofondatrice insieme a Padre Agostino Gemelli, gli fosse dedicata perché lo considerava sede della scienza, della sapienza, della volontà e dell’amore incondizionato”, ha ricordato la Catarella che ha parlato delle massime della beata milanese, portata agli altari il 30 aprile 2022, come spunti per il nostro cammino di santità. “Impossibile, allora si farà”, diceva la Barelli, sempre però con l’aiuto del Sacro Cuore di Gesù, faro della sua fede insieme a un altro importante punto di riferimento che era Santa Elisabetta d’Ungheria, Terziaria francescana come lei, distintasi per la carità ai poveri e ai bisognosi. “Lavorare senza sosta e pregare e amare”, affermava incessantemente la Beata Barelli che non si tirò indietro sia quando il Cardinal Ferrari le propose di agire in diocesi per coinvolgere in un cammino di fede le giovani ragazze, sia quando Papa Benedetto XV le chiese di fare lo stesso nelle diocesi di tutta Italia, tanto che lei divenne la fondatrice della Gioventù Femminile di Azione Cattolica. “Aiutare tutti a diventare santi” era lo scopo della sua vita tanto da essere considerata anticipatrice del Concilio Vaticano II nel quale venne messa in evidenza l’importanza della partecipazione dei laici alla vita di fede e della Chiesa. Non è un caso che Armida Barelli fondò l’Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo, ancora oggi esistente, nel quale ognuno viene spinto a promuovere il Regno di Dio, cioè la fede e uno stile di vita basato sull’esempio di Gesù Cristo, ogni giorno e nella propria quotidianità. La città di Bivona è legata alla figura della Beata grazie a delle lettere che testimoniano un suo rapporto epistolare con un personaggio storico bivonese, la signorina Edvige Panepinto, in cui si parla di una donazione della stessa Armida Barelli. La Professoressa Irene Catarella ha ribadito questi e altri aspetti della vita della Beata Barelli molto apprezzati da tutti affinché possano essere spunto ed esempio nel cammino di santità di ciascuno. Ecco il link dell’intervento integrale: https://youtu.be/Bgd6z9k3DYc?si=mcABybE_WLnKi7kl

COMUNICATO

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