La festa di Gesù Nazareno a San Giovanni Gemini, un’emozione di fede profonda che si rinnova

Un’emozione di fede che è radicata nel cuore di ogni sangiovannese, di ogni cammaratese e di ogni essere umano che si approccia a Gesù Nazareno, centro vitale della nostra fede. A San Giovanni Gemini il simulacro del Nazareno è un crocifisso nero che la storia narra essere stato acquistato di sua tasca dall’arciprete Francesco Giambruno nel 1649 e che il 23 giugno dello stesso anno, come riporta il De Gregorio, ha ricevuto il permesso dalla Curia Vescovile agrigentina di essere benedetto e portato in processione. La leggenda narra invece che fu trovato in contrada Montagnola, dove oggi si trova il pozzo di Gesù Nazareno, da dei contadini che zappavano la terra e che, messo su un carro guidato da buoi, si fermò davanti la chiesa madre di San Giovanni Gemini a dimostrazione che lì voleva essere collocato. Tra storia e leggenda la festa di Gesù Nazareno, svoltasi quest’anno dal 9 al 17 giugno, ha visto la presenza di una miriade di fedeli giunti da tutte le parti del mondo per lodare, ringraziare e affidare i propri affanni a Gesù Nazarè che sempre consola e conforta. Quest’anno è stato qualcosa di fantastico perché sono giunti migliaia di devoti che hanno riempito la chiesa e le vie del paese dell’entroterra agrigentino e perché tutti i momenti più importanti sono stati seguiti da migliaia di persone anche lontane grazie alle dirette sui social che trovate sulla pagina Facebook Festa Gesù Nazareno – San Giovanni Gemini. Vi invitiamo a visionarle perché potrete vivere istanti di vera fede e tradizione e scoprire tutti i particolari della festa. Così come vi invitiamo a visitare il profilo Instagram gesunazare. Sotto la magistrale guida dell’Arciprete Don Gianluca Arcuri, presidente del Comitato di Gesù Nazareno, si è ritornati alla tradizione dell’apparari, cioè dell’addobbare la chiesa con drappi rossi secondo l’uso antico e si è data solennità alla liturgia grazie agli ottoni e alle percussioni che hanno accompagnato il coro diretto dal maestro Misuraca. La settimana di festa si è aperta con un triduo di messe per i malati, per i bambini e le mamme in attesa, per i defunti del comitato, e con il giuramento dei novizi. Affollatissime e particolarmente sentite la fiaccolata notturna al pozzo di Gesù Nazareno, la processione dei ceri votivi, nucleo originario della festa, l’incoronazione del simulacro del Nazareno con la corona ottenuta dalla fusione dell’oro donato dai devoti, la solenne celebrazione presieduta da S.E. Monsignor Giuseppe La Placa vescovo di Ragusa alla presenza del sindaco sangiovannese Dino Zimbardo, del sindaco cammaratese Giuseppe Mangiapane e delle loro amministrazioni, delle autorità civili e militari.

Le varie celebrazioni sono state presiedute da diversi sacerdoti, tra cui il Vicario generale dell’Arcidiocesi agrigentina Don Giuseppe Cumbo. Partecipata la maschiata, il simbolico rosario di mortaretti lungo il corso, a mezzogiorno del sabato. Sempre apprezzata da grandi e piccini la vestizione dei buoi in via Teatro ornati a festa, così come i vari passaggi di posizionamento delle ruote, di nsavucatura delle corde, di mmurditura degli assi del Carro e del timone. In allegria la distribuzione delle bandierine che accolgono festosi l’arrivo del Carro all’acchianata. Entusiasmante lungo il corso Francesco Crispi la scinnuta, la discesa, e l’acchianata, la salita, del Carro trionfale di Gesù Nazareno, questa grandiosa “barca” su ruote che quest’anno è stata dotata di un nuovo sistema frenante, tra la musica delle bande di San Giovanni Gemini e Cammarata. Immancabili gli spettacolari giochi pirotecnici a conclusione del percorso del Carro. Alle processioni della Santa Croce, di proprietà della famiglia Napoli, e della corona, che aprono e chiudono il cuore dei festeggiamenti, hanno partecipato le confraternite e i comitati dei Crocifissi di tutta la Sicilia. Meraviglioso e instancabile il lavoro del Comitato di Gesù Nazareno, riconoscibile dalla camicia rossa con il logo della corona e della croce, che si è speso in ogni settore per l’ottima riuscita della festa lavorando con grande armonia e fede. Al grido di “Viva Gesù Nazarè!”, ognuno di noi, oggi e sempre, invoca e loda nel suo cuore il Nazareno, così come recita il Suo inno, sempre sicuro di non essere mai abbandonato da Lui.

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