Inaugurato l’organo a canne della Chiesa Madre di San Giovanni Gemini riportato all’antico splendore

SAN GIOVANNI GEMINI – Dopo un lungo restauro, è ritornato all’antico splendore settecentesco l’organo a canne della Chiesa Madre di San Giovanni Gemini, la cui inaugurazione si è svolta alla presenza delle Autorità civili e militari di San Giovanni Gemini e di Cammarata e di numerosi fedeli. L’evento è stato organizzato dall’Arciprete della Comunità ecclesiale sangiovannese Don Gianluca Arcuri che ha orchestrato magistralmente gli interventi dei relatori e il concerto di musica sacra intorno al rito della benedizione dello strumento da lui stesso celebrato. Sono intervenuti il Direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Agrigento Don Giuseppe Pontillo che ha sottolineato come si sia arrivati al restauro dell’organo grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, al contributo della Regione Siciliana Assessorato ai Beni Culturali e a qualche contributo locale e parrocchiale. Don Giuseppe ha messo in evidenza il valore dello strumento come voce della comunità che accompagnerà e darà maggiore valore alla liturgia. Il Sovrintendente Rinaldi ha poi ringraziato della collaborazione l’Ufficio Beni Culturali della Curia agrigentina che si sta impegnando nel recupero di beni artistici di grande pregio, come l’organo stesso. È stata poi la volta del Maestro Organaro Giuliano Colletti, restauratore fattivo dell’organo, che ne ha spiegato l’identità musicale di strumento di fine Settecento, realizzato da costruttore anonimo e dotato di 368 canne distribuite su quattro registri, le cui parti, pur rovinate dal passare tempo, sono state riportate alla bellezza e alla funzionalità originarie. Il restauro della parte lignea e strutturale è stato condotto da Ivana Mancino, già conosciuta dalla comunità sangiovannese per avere lavorato alla statua dell’Immacolata e dell’Urna del Cristo morto. La restauratrice ha ribadito di essersi dedicata allo strumento in modo certosino durante il covid riuscendone a riportare alla luce anche l’originale colore doppio verde. Infine è intervenuto l’ex Arciprete di San Giovanni Gemini, attualmente alla Parrocchia del Carmine di Sciacca, Don Luca Restivo che ha voluto il restauro dell’organo e lo ha portato avanti con l’aiuto di tanti collaboratori che hanno offerto spontaneamente il loro lavoro e che ha voluto ricordare, da Calogero Incannella e Nazareno Miceli, sempre presenti e pronti a svolgere le mansioni più disparate, a Salvatore Nocera che ha ideato le parti in legno e ricostruito ciò che era compromesso o mancante, da Paolo Capitano, curatore dei lavori di muratura e che con Giuseppe Carta ha smontato tutta la struttura, ai sacristi Pino e Rosalia che hanno ripulito la polvere presente in ogni dove in chiesa, dall’ingegnere Lo Bue, che tra le altre cose ha progettato il soppalco, a Pino Militello che, come gessista, ha ripristinato l’arco, dagli elettricisti Salvatore Mangiapane e Piero Cordaro che si sono industriati in tutto ciò che riguardava il loro settore all’imbianchino Nino Lo Bue che ha ripreso i fregi dell’arco e alla ditta Longo che si è occupata del soppalco. A coronamento dell’inaugurazione, la musica sacra ha incantato i presenti con le note eseguite dal Maestro Diego Cannizzaro che ha ridato vita all’organo dopo tanti anni di mutismo silenzioso. Oltre i brani eseguiti in solitaria dall’organista del Duomo di Cefalù, il concerto si è concluso con una sonata scritta da Franceschini nel Seicento, che è stata eseguita dal Maestro Cannizzaro all’organo e dai giovani musicisti locali Giovanni Pio Lupo e Carmelo Maita che hanno suonato le trombe barocche.

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