Il Liceo Scientifico “Madre Teresa di Calcutta” di Cammarata inaugura l’anno scolastico presso l’Auditorium “Giuseppe Lena”

CAMMARATA – Prendersi cura di se stessi dovrebbe rappresentare una priorità, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria in cui il proprio benessere fisico e psicologico è duramente messo alla prova. Occorre dedicare del tempo alla propria interiorità, perché prendersi cura di se stessi è il presupposto necessario, è la chiave per prendersi cura dell’altro. Prendersi cura è un atto di vero amore, amore nei confronti di sé, di un familiare, o di un compagno. È amore verso l’ambiente e verso tutte le creature viventi che lo popolano. La cura è un gesto spontaneo che nasce dal cuore e che lega gli esseri umani come in una grande famiglia. Per la sua attualità e trasversalità la cura è stato il tema centrale della manifestazione Inaugurale dell’anno scolastico 2021/2022 organizzata del Liceo Scientifico Madre Teresa di Calcutta di Cammarata, primo step di un ampio progetto che verrà sviluppato durante l’anno scolastico.

La giornata inaugurale si è svolta nei giorni 16 e 17 novembre 2021, durante l’orario scolastico, presso l’auditorium Giuseppe Lena di Cammarata, messo gentilmente a disposizione dall’amministrazione comunale, alla presenza dei sindaci di Cammarata e di San Giovanni Gemini, di una rappresentanza della giunta comunale, del Dirigente scolastico dell’IISS Madre Teresa di Calcutta Graziella Parello, del Dirigente Giuseppe Baldo, dei ragazzi delle classi terze delle scuole medie di Cammarata e San Giovanni Gemini accompagnati da alcuni docenti, di tutti gli insegnanti e gli alunni del Liceo. La manifestazione inaugurale è un’occasione che offre a tutti noi studenti la possibilità di esprimere le nostre capacità e i talenti artistici che in classe difficilmente emergono, come l’attitudine alla recitazione, al canto, al disegno, alla danza, alla scrittura, alla poesia e tanto altro. Questo ci rende organizzatori e protagonisti dell’evento, con la supervisione di alcuni insegnanti, in particolare la professoressa Alferi, la professoressa Licata, la professoressa Ardilio e il professore Scibetta.

La fase iniziale dello spettacolo ha previsto la presentazione della tematica: il vero valore del prendersi cura, cioè del rispettarsi e dell’empatia. Il prendersi cura e l’empatia sono un circolo affettivo che si espande a tutti gli individui, indipendentemente dal contesto sociale a cui appartengono. Prendersi cura in maniera responsabile di tutto quello che abbiamo attorno significa dare un senso alla nostra esistenza. In verità il termine “cura” non sempre ha avuto il significato odierno: in greco troviamo la parola θεραπεία  “therapeia”, citata nei testi omerici nell’accezione di servizio; in latino “cura” vuol dire “preoccupazione” o “sollecitudine”; in inglese, invece, sono due i verbi che si riferiscono al significato della cura, ossia “to care” (“mi riguarda”, “mi sta a cuore”) e “to cure” (“curare”). Oggi prevale un’accezione della cura vincolata all’ambito medico, lontana dal riflettere una condizione soggettiva di inquietudine alla quale si è portati a porre rimedio. Dopo alcuni cenni di carattere filosofico, sempre inerenti al tema della giornata, è stata proposta un’interpretazione della canzone “La cura” di Franco Battiato.

Lo spettacolo è proseguito con la proiezione di un fumetto interamente creato nel disegno e nel doppiaggio dagli studenti del liceo e con una coreografia dedicata a Nicolas Esposto, giovane talento della danza drammaticamente scomparso prematuramente. In seguito sono stati proposti alcuni video relativi alle tematiche dell’immigrazione e del cambiamento climatico. Lo spettacolo è stato scandito dalla riproduzione di testi musicali come “I vecchi” di Claudio Baglioni e “Non mi avete fatto niente” di Ermal Meta e Fabrizio Moro. Poi è stato interpretato un intenso dialogo sulle guerre e sulla loro inutilità, con riferimento a Gino strada, fondatore di Emergency, associazione nata per portare cure medico-chirurgiche alle vittime delle guerre, delle mine anti-uomo e della povertà. A seguire abbiamo presentato un’interpretazione della canzone “People help the People” di Birdy e la lettura di brani scritti da Seneca, da noi selezionati, e di poesie, alcune tratte dalla produzione letteraria di grandi scrittori, altre scritte da noi. Successivamente abbiamo avuto modo di inscenare un dialogo a carattere scientifico sull’importanza del prendersi cura delle cose veramente importanti nella nostra vita. Infine abbiamo proposto un’interpretazione della canzone “Take me home” di Jess Glynne.

Il prendersi cura, per concludere, presuppone l’amore e il rispetto verso se stessi, gli altri e tutto ciò che ci circonda. Avere cura di sé vuol dire rispettare il proprio corpo, nutrendolo con una dieta equilibrata, rispettare la propria mente, cioè avvalersi della propria intelligenza per allontanare paure irrazionali e distrazioni dannose, rispettare il proprio spirito, ossia alimentare la propria interiorità tramite la filantropia. Il segreto per avere cura di sé risiede nel dedicare il giusto tempo ad attività costruttive che ci fanno stare bene, che stimolano il nostro cervello e la nostra sensibilità. “Vindica te tibi” avrebbe detto Seneca, “rivendica il tuo diritto su te stesso”, ovvero “sii padrone di te stesso e del tempo che hai a disposizione”. Il prendersi cura, infine, porta ad un beneficio che non è solo immediato, ma incide positivamente sull’avvenire. Così, avere cura di sé ora favorisce il proprio benessere in futuro; allo stesso modo, prendersi cura dell’ambiente oggi significa assicurare alle generazioni prossime la possibilità di godere delle bellezze di una natura pulita e fertile. Lo spettacolo verrà riproposto nel mese di Dicembre in orario serale.

COMUNICATO

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