Emergenza Coronavirus – Dal Governo: sì ai funerali con 15 persone, non ancora alle messe. La CEI è in disaccordo

ROMA – Con il nuovo Dpcm dello scorso 26 aprile 2020 saranno consentiti i funerali in chiesa con un massimo di 15 persone, tutti appositamente con mascherina e se possibile all’aperto. Niente da fare, invece, per le messe. Il 4 maggio comincerà la cosiddetta “Fase 2” dell’emergenza Coronavirus, con l’alleggerimento di alcune restrizioni. Tra queste, tuttavia, non risultano le celebrazioni religiose in chiesa a porte aperte, che dunque rimangono vietate.

«Comprendo la sofferenza che questo sta procurando, ma per eventuali altre aperture a cerimonie religiose dobbiamo ascoltare il parere del Comitato Tecnico Scientifico e fare le giuste valutazioni. Confidiamo che nelle prossime settimane ci possa essere un’apertura anche per queste celebrazioni», ha detto il Premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di domenica 26 aprile. Dal Comitato Scientifico non arrivano nemmeno buone notizie: le criticità attuali rendono impossibile la riapertura al 4 maggio delle funzioni religiose. Un parere che potrebbe essere rivisto a partire dal 25 maggio, nella previsioni in cui potrebbe esserci la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni in chiesa.

Dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) arriva puntuale il proprio disaccordo per la scelta degli organi ministeriali. «I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale», afferma la CEI in una nota dal titolo “Il disaccordo dei vescovi” sui contenuti del Dpcm sulla “Fase 2”, illustrato da Conte.