Cammarata, “Annibale Biancorosso” il Rotary scrive al Sindaco

CAMMARATA – Riceviamo e pubblichiamo una lettera che ci fa conoscere Annibale Biancorosso, un giovane cammaratese che perse la vita durante la prima guerra mondiale, al quale venne concessa la medaglia d’argento, ma è anche un’occasione per ricordare tutti i nostri concittadini che hanno sacrificato le loro vite per la nostra Patria.

 

Rotary DISTRETTO 2110  CLUB MUSSOMELI – VALLE DEL PLATANI Presidente  2019 -2020 Carmelo Arcieri

Egregio sig. Sindaco di Cammarata, carissimi Concittadini, ho sempre creduto, ora più che mai, che la civiltà di Popolo, di una Comunità si misura anche dal rispetto e dal ricordo perenne che rivolge ai propri defunti. Non di rado mi capita di sentire proprio il bisogno di recarmi nel nostro cimitero a trovare i miei cari e gli amici passati ad altra vita che anche dall’aldilà continuano a darmi forza e conforto nei momenti difficili e mi sono d’ insegnamento, nel rivisitarne gli esempi di vita. Ho sempre apprezzato la cura che hanno avuto quasi tutte le nostre Amministrazioni nel preservare dignitosamente questo luogo sacro.

Come quasi tutti, nei giorni in cui ricorre la festa dei defunti, mi soffermo di più, compiendo un giro più ampio del solito, munito di un mazzetto di fiori a parte per distribuirli su una serie di tombe che da anni risultano non curate e dimenticate da tutti.

Non nascondo che ce n’è una in particolare che visito ogni qualvolta mi reco al camposanto e sulla quale, almeno per il 2 novembre, non ho fatto mancare un fiore ed una preghiera, alla stregua di un mio intimo parente. E’ una tomba alla quale rivolgo un saluto particolare e che mi dà sempre grande commozione. Sotto quella lapide di marmo non c’è, purtroppo,  nessun corpo, ma ne rappresenta tanti, tutti uomini d’onore, quello vero! Uomini che ormai in pochi ricordano e di cui quasi nessuno ne sa raccontare le storie. Troppo lontana la loro vita, ormai flebile la memoria del loro sacrificio nonostante ci abbia consegnato il vivere in libertà ed il rispetto fra i Popoli.

Troppo poco visibile quella scritta ricoperta dalle incrostazioni del tempo, eppure la tomba gentilizia si presenta ancora integra in tutto quel fascino che gli conferisce l’aspetto storico: La lapide, il cippo, le colonne con le catene il vaso vuoto per i fiori… La mia mente,  non può che tornare indietro e pensare a quando bambino, mano nella mano con mio Papà, ci si soffermava davanti a quel posto pregnante di significati che io ancora non percepivo appieno e lui, da buon ex combattente con due concessioni di medaglia al merito di guerra, compiva quel gesto del saluto all’ indirizzo di quella costruzione funerea, allora risplendente nel candore dei sui marmi, ammannita di fiori, corona con fascia tricolore, e, se la memoria non mi inganna, da berretto e sciabola da ufficiale. Capivo di trovarmi di fronte a qualcosa di importante e leggevo, con voce sicura, tra il compiacimento del mio Babbo:

“A RICORDO DEL SOTT. ANNIBALE BIANCOROSSO MEDAGLIA D’ARGENTO

OSLAVIA 6 AGOSTO 1916

E DEGLI UFFICIALI, SOTTUFFICIALI E MILITARI DI TRUPPA DI CAMMARATA A LUI FRATELLI NELL’AMORE E NEL DOLORE COME LUI CADUTI SUL CAMPO DELL’ONORE E DELLA GLORIA

La Famiglia Biancorosso memore consacra. “

Papà avrebbe potuto essere uno di loro, mi diceva, ma grazie a San Nicola sono ancora qui, con te! Ripeti con me: L’eterno riposo dona a Loro Signore, risplenda ad essi la luce perpetua riposate in pace, amen! Non mancavo di voltarmi almeno un paio di volte mentre ci allontanavamo da quel luogo con fare lento ed alla ricerca di altri ricordi.

Quante volte negli anni scorsi ho pensato quale ingiustizia stessimo perpetrando tutti nell’incuria mostrata verso quel monumento, presi da mille altri pensieri, dalle difficoltà o anche dalle frivolezze della vita. La deposizione di quel fiore leniva in parte il mio rimorso anche se rimanevo sempre con quel magone tipico di chi sa di non stare facendo abbastanza o quello che era giusto fare:un po’ di rumore, portare l’attenzione della vicenda alle nostre Autorità, proporre qualche gesto tangibile e Cammarata, a volte sopita o distratta da altro, avrebbe capito e posto subito rimedio.

Mi aspettavo e speravo che un bel giorno avrei trovato il tutto ripulito e recuperato agli antichi fasti, delegavo ad altri, a chi di competenza tale compito, pur sapendo che anch’io dovevo tanta riconoscenza a quanto voleva celebrare quel luogo.

Certo, il 4 Novembre, immancabilmente, l’Amministrazione e le Autorità civili, militari e religiose commemorano tutti i caduti per la Patria presso il monumento ad essi consacrato in via Cesare Battisti, ma la storia di una medaglia d’Argento al valore militare conquistata al prezzo della vita, non può non essere ricordata con particolare fierezza e dovizia di particolari.

Quest’anno no! sarà stata anche la particolare condizione di Presidente di un Rotary Club, Organizzazione internazionale che tra i suoi principali scopi ha quello di promuovere la libertà dei Popoli e la loro fratellanza, a spingermi nell’intendimento di adottare quel monumento, riportarlo all’antico splendore, ma soprattutto fare riecheggiare il nobile significato ed esempio che rappresenta nella tragicità degli eventi.

Un fervore antico si è rinnovato e mi ha pervaso, chi era Annibale? che tipo di giovane, da dove proveniva, cosa aveva fatto in gioventù, quali le circostanze che lo hanno visto cadere? Dove sono andati a finire i suoi parenti? E la foto che mi pare ricordare esserci un tempo sul cippo che fine ha fatto? Man mano che andavo indagando mi accorgevo della assoluta necessità di portare alla ribalta le sue gesta e tributare il giusto riconoscimento a Lui e ai tanti caduti in guerra cui quel piccolo mausoleo voleva rendere gloria.

Una storia esemplare, di un grande ragazzo e di una degna famiglia che nel tributargli i giusti onori con la costruzione della tomba monumento, ha voluto ricordare tutti i caduti di tutte le guerre che la nostra Comunità aveva sopportato.

Fu eretta nel 1966, nel 50° anniversario della sua caduta sul campo, a soli 21 anni, mentre, il 6 agosto del 1916, alla testa del suo plotone sul fronte Carso si lanciava all’assalto delle fortificazioni austriache nelle alture prossime ad Oslavia, verso il cosiddetto dorso del Bosniaco, meta strategica che andava conquistata, a qualunque prezzo,  assieme a quota 188, per avere il predominio  di una vasta area del fronte. Ed il prezzo Annibale, assieme ad altre migliaia di giovani di tutt’Italia, lo ha pagato al costo della vita! Una pallottola gli ha trafitto la gola quando assieme ai suoi compagni d’arme era già sul punto di travolgere la seconda linea difensiva del fronte nemico, col quale avevano già ingaggiato una lotta all’arma bianca.

Grazie all’imbeccata dell’amico Enzo Li Gregni ed alla lucida memoria di Agostino Tuzzolino, siamo andati a rispolverare un volume redatto a cura del fratello Rodolfo, già Prefetto del Regno e della Repubblica, anch’Egli decorato per meriti di guerra, e della sorella Iole che rende in parte omaggio alla persona, attraverso una storia che se pur drammaticamente breve, merita essere portata alla ribalta anche delle giovani generazioni, affinché ne apprezzino il valore testimoniale, la determinazione nei suoi ideali ed il fervore patriottico. Abbiamo cercato la storia e l’abbiamo trovata ed Annibale non ci ha delusi.

Innumerevoli particolari che nella loro semplicità hanno disegnato la figura di un eroe che vogliamo fortemente portare alla conoscenza di tutti. Per questo, confortato dalla piena e pronta condivisione di tutto il Direttivo del R.C. che mi onoro presiedere, ho voluto proporre nella prima manifestazione utile in programma fra le varie attività previste nell’anno rotariano in corso, la commemorazione del nostro illustre concittadino che ha fatto si, assieme ad altri immolatesi alla stessa causa, che Cammarata risulti riportata negli annali storici come genitrice di Eroi…..

E’ ovvio ed obbligo che il nostro primo appello ed esortazione alla condivisione,  e quindi alla collaborazione per la realizzazione di quanto auspicato, va all’ Amministrazione comunale, con in testa il Sindaco dr. Vincenzo Giambrone, che con l’autorità attribuitagli dalle norme del settore, può dare un crisma di ufficialità all’evento della commemorazione, coinvolgendo le Istituzioni del territorio e contribuendo alla pianificazione di quanto necessario, anche dal punto di vista materiale, per il raggiungimento dello scopo.

Il Rotary Club di Mussomeli – Valle del Platani, che ha competenza territoriale su dodici Comuni, tra i quali anche Cammarata e San Giovanni Gemini, ha già pensato di inserire la commemorazione nel primo evento programmato sul nostro territorio e previsto per il 14 dicembre p.v. di pomeriggio, in quell’occasione saranno presentate, altresì, le iniziative che riguarderanno più da vicino la Comunità di Cammarata e San Giovanni Gemini, un libro edito dal nostro Distretto 2110 Sicilia-Malta, fortemente voluto dal nostro Governatore Valerio Cimino e che promuove le bellezze naturali e paesaggistiche del Distretto, ivi comprese le nostre, dal titolo “Angoli di paradiso” ed infine una produzione letteraria del nostro caro concittadino dr. Renato Malta, docente di bioetica, presso la Facoltà di medicina dell’Ateneo di Palermo, con particolare riguardo al volume “Cercavano la luce”, sapiente composizione che illustra un aspetto poco trattato della dura esistenza cui erano soggetti i lavoratori delle miniere:quello sanitario, che viene analizzato scientificamente, comprovando l’alto rischio cui erano sottoposti i minatori rispetto all’insorgenza di alcune malattie tra cui la parassitosi che per condizioni ambientali, scarsa igiene, mancanza di indumenti idonei ed altro, i poveri lavoratori difficilmente potevano scrollarsi di dosso, portandoli, nei casi più gravi alle estreme conseguenze.

E’ pacifico che la nostra Organizzazione, è pronta ad assumere gli oneri che deriveranno da tale manifestazione ed a contribuire con ogni mezzo affinché si dia piena attuazione a quanto è stato di ispirazione a questa lettera che volutamente viene portata alla conoscenza di tutti, in forma aperta, al fine di comportare un impegno preciso dal quale nessuno potrà e vorrà sicuramente recedere, noi per primi.

F.to il Presidente

Carmelo Arcieri