Palazzo Adriano: è morto Carmelo Canzoneri, sopravvissuto a lager tedesco

PALAZZO ADRIANO – Il palazzese Carmelo Canzoneri, il 6 giugno 2019, all’età di 99 anni ci ha lasciato. Per tutta la sua vita ha esercitato l’attività di barbiere nel suo salone sito nella piazza principale del paese. Tra tutti gli argomenti che si affrontavano nel suo locale egli prediligeva di raccontare la sua partecipazione alla seconda guerra mondiale. Era nato il 24 aprile del 1920 e si aspettava che compisse un secolo di vita. Era lucido e ancora preciso nelle espressioni e, a richiesta, amava raccontare la sua storia di deportato in Germania e degli anni vissuti nel lager tedesco. Riusciva a commuovere gli astanti con la sua voce tremante e con le copiose lacrime e con lo sguardo penetrante. Sembrava  ma una storia di guerra come tante altre ma vibrava di naturalezza e genuinità.

Egli rappresentava una trama storica con dovizia di particolari e con un pathos straordinario da fare rivivere quei tragici momenti. In tutti gli ascoltatori-clienti suscitava sentimenti di interesse e di commozione perché rendeva una storia straordinaria e toccante.

Canzoneri, partì per il servizio militare il 14 marzo1940, a soli 20 anni. Fu portato prima a Palermo, poi Padova, Bari, Durazzo, Spalato e Podigòriza. Qui fu preso dai Tedeschi e portato nel lager N°131 bis, e perse il suo nome e fu battezzato con il numero 45958. Il suo lavoro nel lager era di scaricare paglia da 50 camion per poi imballarla e ricaricarla per spedirla al fronte russo. Un lavoro ripetitivo ed estenuante. Canzoneri ci ha fatto vedere la guerra da una particolare postazione, in un microcosmo ove non esistono le grandi potenze e le grandi vittorie ma soltanto sofferenza e lacrime, paura e coraggio e un’enorme voglia di vivere mentre la morte era sempre in agguato. Sapeva solo che bisognava servire la patria, faceva sventolare la bandiera dell’orgoglio italiano e ai suoi piedi deponeva le sue forze, i sacrifici, la fame e perfino la propria vita. I suoi racconti erano inquadrati in una cornice tragica e piena di pericoli ma vissuti ed interpretati come un inno alla positività, all’amore per la vita e per il prossimo.  Da essi si eleva la figura dell’uomo-eroe che non si risparmia mai, che ama la patria, che vive per riabbracciare i propri familiari, per tranquillizzare la madre alla quale scriveva delle cartoline postali con qualche vaga notizia mentre la madre, quasi analfabeta, scriveva dei piccoli capolavori, dei messaggi d’amore di grande profondità.   La visione della vita che scaturiva dai racconti del Canzoneri sembrava semplice e normale ma in realtà si stagliava alta come fosse proposta da grandi letterati o poeti. Nonostante tutte le avversità, nel Canzoneri non emerge mai il rancore, il pentimento o il rimpianto, le sue considerazioni erano sempre sentite e commoventi, le sue espressioni di grande sensibilità e delicatezza. Visse i suoi due anni di prigionia nel lager tedesco col pericolo incombente di essere “infornato” e davanti a tale pericolo anche le bucce di patate o i granelli di segala riuscivano graditi e sostanziosi. Il Canzoneri diede il suo contributo con totale abnegazione e gratuità spendendo le sue giovani forze in nome della pace, della libertà e della democrazia. Egli è ricordato come uomo dalle idee corrette, forti e sentite, è l’espressione sana della nostra Palazzo Adriano. Il Canzoneri non è stato intervistato mai da nessuna televisione, non ha avuto la pensione di guerra, ha avuto solo quattro medaglie di bronzo e la pensione per il suo lavoro di artigiano.

Don Carmelino Canzoneri è stato un uomo stimato e apprezzato da tutti perché un uomo di grande saggezza, di immensa umanità e rispettoso dei suoi clienti e dei suoi concittadini. Sempre disponibile a tutti gli eventi e bonario e comprensivo. Per tutti egli rimane un esempio del dovere, e dell’onestà.

Si celebreranno domani alle ore 11:00 presso la chiesa Maria SS del Lume i funerali in forma solenne.