BIVONA – È iniziata lo scorso 6 agosto e terminerà lunedì 20 a Santo Stefano Quisquina “RIVELart, le molteplici personalità dell’Arte”, la collettiva pittorica e fotografica realizzata con le opere di giovani artisti stefanesi. Dodici talenti che, con dedizione, voglia e abnegazione, hanno portato avanti questo virtuoso progetto dalla fase embrionale all’inaugurazione, dalla pulizia del locale che ospita l’evento, in via Pizzo numero 20, all’accoglienza dei curiosi e appassionati che giorno dopo giorno animano la manifestazione. Una location dalla forte carica emotiva: una vecchia casa nel centro storico del paese che, da giorni, viene letteralmente presa d’assalto dai cultori delle arti visive e figurative. Le opere esposte non sono legate da un filo comune, ma sono il frutto della creatività e dell’estro dei 12 artisti: Luca Comparetto “Calù Otama”, Antonino Ferraro, Giovanni Gaetani Liseo, Pier Giuseppe Giunta, Dario Lo Vullo, Federica Maniscalco, Alessandro Martorana, Filippo Mortellaro, Giampaolo Puleo, Linda Rametta, Christian Reina e Giuseppe Schillaci. “Santo Stefano è stata storicamente una fucina di artisti. È giusto dare continuità a quel percorso che ha avuto la nostra comunità negli anni, con tanti artisti che hanno onorato e hanno portato avanti il nome del nostro paese anche fuori dalle mura locali”, queste le parole del sindaco di Santo Stefano Quisquina, Francesco Cacciatore, a margine della presentazione dell’evento giorno 6 agosto. “Ricordo quando nel 1981, continua il professore Alfonso Leto, si organizzò la prima collettiva di giovani artisti alla quale presi parte insieme a Rizzo, Chillura, Lorenzo Reina, che muoveva i primi passi, con la presentazione di Cesare Sermenghi. A questa seguì un’estemporanea di pittura che ebbe come giurati l’allora Direttore dell’Accademia di Belle Arti Pippo Gambino, lo scrittore Gaetano Testa, Toti Garraffa e Cesare Sermenghi. Questo per ricordare che non si tratta di una mostra episodica; Santo Stefano Quisquina è particolarmente vocata per le arti visive e figurative. Dentro questo allestimento ci sono speranze, rigore, una tensione espressiva che merita tutto il nostro sostegno e rispetto”.