PRIZZI – Al ritmo incalzante di tamburi e banda, sin dalle prime luci dell’alba della domenica di Pasqua, tre maschere spaventose danzano concitate per le strade di Prizzi come in un arcaico rituale. Nell’antico borgo dei monti Sicani va in scena un’ancestrale rappresentazione dell’eterna lotta tra bene e male: è il “Ballo dei Diavoli“, suggestiva manifestazione mimico-teatrale, le cui origini si perdono nella storia. Gesù è morto crocifisso e il demonio si è impossessato della Terra, così i Diavoli e la Morte, figure cardine dell’intera manifestazione, scorrazzano liberi da un punto all’altro della strada, saltano e provano a catturare le anime dei passanti. È un ballo scatenato, non segue una precisa coreografia. Costituisce l’essenza di una tradizione nella quale sacro e profano si fondono. I Diavoli indossano costumi rossi di iuta come le fiamme dell’inferno, delle pesanti maschere di ferro munite di corna di montone e delle pelli ovine a coprire le spalle. Dalla larga bocca una lingua sbeffeggia il divino e le mani agitano catene spezzate a mostrare la temporanea libertà del male. La Morte indossa un costume giallo e un’orrenda maschera che ricorda la forma di un teschio, tiene in mano una balestra che dirige  l’azione malefica dei diavoli e punta la vittima prescelta. L’intento principale di queste figure è uno solo: ostacolare l’incontro tra Gesù Risorto e la Madonna, ma entrambe le forze del male vengono sconfitte da angeli armati di spada.

La gallery fotografica dell’edizione 2017 del Ballo dei Diavoli è a cura di Annalisa Cannella