SP 26, il Libero Consorzio respinge le accuse di inerzia. Panepinto: “Chiediamo come siano stati spesi i soldi”

“Impreviste e non derogabili spese per altri investimenti” sarebbero la causa del ventennale slittamento degli interventi per l’ammodernamento della SP 26, Strada Provinciale che collega i centri montani dell’entroterra sicano con la strada statale 189 Palermo-Agrigento, e il cui disfacimento è motivo della  manifestazione che sabato 8 aprile radunerà Amministrazioni dei comuni di Mussomeli, Catronovo di Sicilia, Santo Stefano Quisquina, Cammarata, San Giovanni, i partiti politici, le comunità ecclesiali e associazioni.

Secondo quanto precisato in una nota diffusa questa mattina dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento, a causa delle suddette spese impreviste e “con il successivo subentro del Patto di Stabilità, l’ex Provincia, pur avendo a disposizione le somme per effettuare gli interventi previsti, non era in grado di bandire la gara d’appalto, pur essendo stato avviato il relativo iter procedurale. Purtroppo i paletti fissati dal Patto di Stabilità sono molto rigidi, e anche negli anni successivi l’Ente si è trovato nella situazione paradossale di avere in cassa somme che non poteva spendere”.

Le somme in questione ammontavano a più di 2.600.000 euro e si riferiscono ad un progetto esecutivo già approvato e corredato dei previsti pareri tecnici e amministrativi. “Per questo motivo – continua la nota – negli ultimi anni sulla viabilità provinciale sono stati effettuati soltanto interventi di manutenzione ordinaria con progetti ad ampio raggio che comprendevano varie strade, tra cui la stessa SP n. 26 (sulla quale sono stati effettuati più volte interventi per poche decine di migliaia di euro), per garantire quantomeno il transito degli automezzi. Interventi che, come più volte comunicato agli stessi sindaci e agli organi di stampa, sono sempre più difficili a causa della drastica riduzione nei trasferimenti di fondi da Stato e Regione”.

Nel condividere in pieno il disagio e la protesta dei cittadini e delle Amministrazioni dei comuni montani, il Libero Consorzio respinge l’accusa di inerzia su questa come su altre analoghe vicende, peraltro smentite dal continuo lavoro di richiesta di fondi alla Regione Siciliana per migliorare la viabilità interna altrimenti destinata al collasso, con serio rischio di totale isolamento di interi comprensori già duramente provati dai dissesti provocati dagli eventi atmosferici degli ultimi anni. Dissesti che hanno reso ancora meno praticabili gran parte delle strade di competenza del Libero Consorzio (provinciali, ex consortili ed ex regionali) portando anche alla chiusura di numerosi tratti. In questo senso – si conclude la nota” sono state ricevute ampie rassicurazioni dal Dipartimento Regionale delle Infrastrutture sull’emanazione entro il 2017 dei decreti di finanziamento di diversi progetti redatti dal Settore Infrastrutture Stradali. Tra questi, sono previsti in particolare 950.00 euro per interventi puntuali sulle criticità della SP n. 26 (rimozione di frane e dissesti) e circa 400.000 euro per la manutenzione straordinaria della stessa strada”.

“Esprimo gratitudine nei confronti del Libero Consorzio, per aver condiviso il disagio vissuto dalle comunità di San Giovanni Gemini e Cammarata a causa della precarietà della SP 26, ma non giustifico un iter burocratico che dura due decenni e ancora  non intravede l’obiettivo”, dichiara il Sindaco di San Giovanni Gemini Carmelo Panepinto, in risposta alla nota diramata dal Libero Consorzio. “L’Amministrazione ha il dovere di chiedersi quale destinazione più opportuna hanno avuto i due milioni di euro. E se sono stati spesi, come mai in questo caso non hanno inciso tempi per espropri, revisione del prezziario regionale e patto di stabilità? Di difficoltà legate al patto di stabilità si parla per la prima volta nel 2014, quando l’allora Commissario della Provincia Regionale di Agrigento, comunica il ritiro del finanziamento di 500.000 euro , destinati alla messa in sicurezza di alcuni tratti di strada , per problemi legati al patto di stabilità. Considerato che il progetto per l’ammodernamento della SP 26 inizia nel 1998 , lo straordinario ritardo registrato, non può certo attribuirsi al Patto Stabilità, meccanismo finanziario che avrebbe visto la luce dopo qualche decennio. Meraviglia invece un fatto: come mai la Giunta Regionale con delibera n° 64  del 2015 , nell’elenco delle strade ammesse a finanziamento, fa slittare la SP 26  dal 2° al 10° posto? Nessuna ipotesi è comprensibile – conclude Panepinto – sia che l’Amministrazione Regionale abbia operato in maniera disgiunta dal Libero Consorzio, sia che lo stesso non abbia rappresentato l’indispensabilità di intervenire su un asse viario che è unica via di fuga, e sullo stesso insiste un traffico veicolare da metropoli”.