Avrebbe dovuto tenersi oggi la prima udienza sul caso Lena, il ventenne trovato morto dopo un allenamento in palestra, ma l’inizio del processo è stato rinviato al 20 ottobre. Il giudice ha infatti accolto la richiesta di “legittimo impedimento” avanzata dai legali degli imputati: gli avvocati sono impegnati in altre cause.

Sono tre gli indagati per i quali la Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio: Giuseppe Chiarello, palermitano di 40 anni, Giuseppe Di Paola, palermitano di 59 anni, proprietario della palestra, e Roberto Lanza, messinese di 27 anni, unico imputato presente in aula all’udienza preliminare di questa mattina. Tutti sono accusati di omicidio colposo.
Volevano farlo passare per malore ma l’esame autoptico sul corpo dello studente di medicina di Cammarata, morto due anni fa durante un allenamento di Mixed Martial Art, non ha lasciato dubbi: il ragazzo è stato ucciso con un colpo sferrato alla testa. Il danno ipossico-ischemico emorragico è stato conseguenza di un trauma cranico provocato. Da anni i genitori di Giuseppe, Tonina Di Grigoli e Franco Lena, si battono “per avere giustizia e verità”. Gli organi di Giuseppe sono stati destinati al trapianto e hanno salvato quattro vite. Il fegato è stato trapiantato da Ismett su un paziente di 55 anni. I reni sono stati assegnati al Policlinico di Catania per un paziente di 41 anni e all’Ismett per un giovane di 25 anni. Cuore e polmoni sono stati trapiantati al Policlinico San Matteo di Pavia su un paziente di 51 anni in urgenza nazionale.