Riforma acqua pubblica: sì ai privati solo se vantaggiosi

PALERMO – All’indomani dell’approvazione della legge sull’acqua pubblica da parte dell’Ars festeggiano i sindaci dei comuni “disobbedienti” impegnati in prima linea nella “lunga e convinta battaglia di civiltà”: nella seduta del 10 agosto i deputati di Sala d’Ercole hanno approvato l’intero articolato della riforma che prevede nove Ambiti territoriali ottimali (Ato) che potranno assegnare la gestione del servizio a una società pubblica, mista o anche ai privati in caso di offerta vantaggiosa. L’ideale sarebbe arrivare alla costituzione di soli cinque Ato – commenta il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta – ma ci stiamo lavorando e non escludiamo che con la legge Sblocca Sicilia si possa tornare a quel numero”.

Presente al momento del dibattito e della votazione una folta delegazione di Sindaci, protagonisti negli ultimi mesi dei sit-in di protesta contro quella che è stata definita l’anomalia agrigentina caratterizzata dal caro bollette e da “insopportabili differenze tariffarie”. Nella legge appena approvata ha trovato ingresso un emendamento inserito all’art.7 “Regime transitorio” che per gli effetti prodotti interessa da vicino proprio i cittadini della provincia di Agrigento. Anche ai comuni il cui servizio idrico integrato è affidato al concessionario privato sarà data facoltà di gestire il servizio in forma diretta e pubblica attraverso la costituzione di sub-ambiti composti da più comuni che provvederanno alla gestione unitaria del servizio. L’emendamento ha subito modifiche rispetto al testo originale che prevedeva la gestione diretta in capo ai comuni: l’articolo nella stesura definitiva, invece, attribuisce la facoltà ai comuni ricadenti nello stesso ambito, compresi quelli che hanno consegnato le reti, di deliberare – entro novanta giorni dalla data di pubblicazione – la gestione diretta del servizio idrico nella forma gestionale prevista dei sub-ambiti.

Esprime soddisfazione Nuccio Sapia Sindaco di Casteltermini e coordinatore dei Sindaci dei comuni gestiti da Girgenti Acque che ha ispirato l’emendamento: “Un risultato lusinghiero che premia la pervicace protesta attuata dai Sindaci. Le amministrazioni locali adesso possono contare su uno strumento legislativo che li pone nella condizione di avviare un nuovo percorso per giungere al più presto alla gestione diretta e pubblica dell’acqua seppure attraverso la costituzione di consorzi e/o forme associative tra comuni”.

“Abbiamo approvato una riforma vera che mette al centro i concreti interessi dei siciliani – dice Giovanni Panepinto, deputato regionale del Pd e promotore della legge sulla riforma del servizio idrico in Sicilia – Ringrazio i tanti che hanno creduto in questo percorso e che hanno contribuito a sostenere questa riforma, dentro e fuori il Parlamento”. La riforma dell’acqua contiene inoltre alcune norme di “solidarietà” come la garanzia di un quantitativo “minimo vitale” di 50 litri al giorno per i cittadini morosi e un fondo di sostegno per il pagamento delle bollette delle famiglie meno abbienti. “Rimane comunque gravissima la scelta di snaturare e annacquare la norma della tariffa unica e dei 50 litri gratuiti, non più garantiti a tutti i cittadini ma solo ad alcuni di essi”, commenta Valentina Palmeri del Movimento 5 stelle.

La riforma garantisce gli attuali livelli occupazionali e per quanto riguarda la gestione, la riforma la nuova legge tende a favorire l’affidamento al gestore pubblico: è la stessa assemblea dell’Ato a scegliere il proprio modello gestionale, che comunque va individuato attraverso procedure di evidenza pubblica. Il ricorso a privati è possibile solo nel caso si dimostri più conveniente rispetto a quello pubblico. In caso di interruzione del servizio per più di quattro giorni ad almeno il 2% del bacino, il gestore privato andrà incontro a una maxi-sanzione compresa fra i 100 e i 300 mila euro per ogni giorno di interruzione, e alla possibilità di risoluzione del contratto. Spariscono inoltre le convenzioni pluridecennali: ogni affidamento potrà durare un periodo non superiore a nove anni.

E sulla nuova riforma dell’acqua pubblica è intervenuta anche Vania Contrafatto,assessore all’Energia: “Sono stati giorni intensi – ha spiegato – ma siamo riusciti a fare chiarezza come mai prima d’ora in un settore molto delicato. Sono ben felice di poter essere stata protagonista di una riforma che aspettavamo da anni”.