Miniere. Lettera del deputato Palazzotto a Crocetta

VALLONE – Su richiesta del mussomelese Francesco Amico, l’onorevole di Sel Erasmo Palazzotto ha scritto una missiva al presidente Rosario Crocetta per chiedergli un intervento della Regione Sicilia atto a mettere in sicurezza e bonificare i siti minerari dismessi, nonché ad impedire l’attività di disboscamento che attualmente sta interessando contrada Fanzirotta. Di seguito il testo completo:

“Egregio Presidente,
Le scrivo perché lei, nell’esercizio delle sue funzioni, è il primo responsabile per la salute dei cittadini siciliani e perché lei risponde politicamente delle omissioni o inefficienze della sua giunta. Gli ultimi governi infatti, compreso il suo, da anni sembrano aver dimenticato una parte della Sicilia che si trova, ironia della sorte, proprio nella sua provincia, Caltanissetta.
Il Vallone ed in particolare i comuni di Serradifalco, Mussomeli e San Cataldo sono interessati dalla presenza sul loro territorio dei siti minerari dismessi di Bosco Palo1 e Bosco Palo2 dove fino all’avvenuta chiusura nel 1988 si estraevano sali potassici, molto utilizzati in agricoltura, i cui depositi residui a contatto con la luce solare e con l’interazione elettromagnetica dei fulmini, provocano la dispersione nell’aria di molecole radioattive e potenzialmente nocive per la salute.
Questi siti che versano oggi in totale stato di abbandono sono stati oggetto tra l’altro di una recente indagine che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di tre dirigenti regionali responsabili della gestione e della bonifica, mai iniziata dei siti minerari.
In un ordine del giorno approvato dalla Camera dei Deputati su mia richiesta il Governo Nazionale era stato impegnato ad intervenire urgentemente al fine di avviare le conseguenti attività di bonifica, valutando peraltro la possibilità di dichiarare l’area sito di interesse nazionale, ma anche su quel fronte sembra che a nessuno importi niente del futuro e della salute degli abitanti di quel territorio.
Mi sono trovato in questi anni a chiedere più volte l’intervento delle Istituzioni preposte per arginare una situazione disastrosa sia sotto il profilo del danno ambientale, sia sotto quello della minaccia per la salute dei cittadini di quel comprensorio, ma nessuna risposta è arrivata.
Lei è il primo responsabile di queste omissioni a partire dalla data della sua elezione, è responsabile di tenere l’ARPA Regionale senza risorse e mezzi e mezzi per fare gli studi, è responsabile delle parole al vento spese dai suoi assessori che interessati della vicenda hanno continuato nella loro inattività, è responsabile infine del suo disinteresse per quella che è potenzialmente una bomba ecologica nel cuore della Sicilia.
Fino a qualche tempo fa queste potevano essere le illazioni deduttive di un parlamentare e di qualche amministratore locale che chiedeva di fare luce su tutto questo. Certo c’erano dalla parte delle nostre deduzioni le dichiarazioni di un pentito di Camorra che raccontava come la “Terra dei fuochi” riguardasse anche la Sicilia, c’erano le indagini su alcuni traffici di rifiuti intercettati nella zona delle miniere, c’erano le indagini in corso della Procura di Caltanissetta su questi traffici di rifiuti. Poi sono arrivati i dati del registro tumori di Caltanissetta, i primi vista la sua inesistenza fino al 2007, ed abbiamo scoperto che nei comuni del Vallone l’incidenza di tumori è superiore del 40% alle aspettative e che a Mussomeli addirittura si arriva al 69% in più per quello che riguarda i tumori al polmone.
Oggi siamo di fronte all’iscrizione nel registro degli indagati di tre dirigenti regionali perché viene accertato lo stato di pericolosità dell’area e quindi si creca di risalire alle responsabilità dirette.
Sarà compito della Magistratura accertare tali responsabilità sotto il profilo giudiziario, lei però è responsabile politicamente per la sua inattività e per avere permesso che tutto questo avvenisse senza fare nulla.
Alcune domande restano senza risposta, non avremo una risposta sul perché fino ad ora l’ARPA non ha effettuato alcuno studio per verificare lo stato di inquinamento del suolo e delle falde acquifere, non l’avremo sul perché si dovuta intervenire la Magistratura a mettere in sicurezza l’area nonostante le denuncie dei cittadini e quelle di chi come me da più di un anno chiede un intervento urgente per mettere garantire la salute dei cittadini.
Apprendo in questi giorni inoltre che nel bosco della Fanzirotta, dinanzi le miniere di Bosco Palo, si stanno abbattendo centinaia di alberi, che stanno lentamente spogliando tutta la collina.
In queste ore la notizia è rimbalzata sia in rete, attraverso i social network, che tra i cittadini della zona, allarmati da questa opera di disboscamento selvaggio e in particolare dalle conseguenze ambientali che potrebbero derivarne e dal forte dubbio che si stiano violando le normative regionali in materia.
Da quello che sappiamo la Regione Sicilia starebbe onorando un contratto con una multinazionale tedesca la Sper spa, proprietaria di una centrale di biomassa per la produzione di energia elettrica a Dittaino, nella zona industriale di Enna.
Allegata a questa lettera troverà una dettagliata richiesta di informazioni indirizzata agli assessori a cui invio per conoscenza questa lettera sulle prescrizioni che un’attività di questa natura deve rispettare a partire da quelle previste negli articoli 7, 8 e 11 delle ‘Prescrizioni di massima e di polizia forestale’ emanate dalla Regione Siciliana, che dispone come le singole tagliate non possano superare i 2 ettari mentre in contrada Cugno del Principe, per fare un esempio, si riscontrano addirittura oltre 8 ettari di superfici tagliate in continuità. Inoltre, come Lei sicuramente saprà, le aree tagliate ricadono in area a vincolo idrogeologico e dei tagli cosiffatti potrebbero provocare un violento impatto delle piogge sulla superficie ormai scoperta, causando un probabilissimo fenomeno erosivo con conseguenze imprevedibili ma potenzialmente disastrose per gli abitanti e per il territorio.
Mi auguro che tali verifiche siano già state effettuate dai tecnici della regione e che non vi sia alcuna violazione di legge sull’attività in corso, ma mi chiedo se razionalmente sia sensato privare un’area a così alto rischio di inquinamento ambientale di un bosco, se cioè nell’attività di programmazione territoriale si tenga conto delle ricadute che decisioni di questo tipo possono avere sulla qualità dell’aria e delle condizioni di vita delle persone che abitano quei luoghi.
Per tutti questi motivi ho sentito l’esigenza di scriverLe, per chiderLe formalmente di intervenire con urgenza e tempestività rispetto alla messa in sicurezza ed alla bonifica dei siti minerari dismessi e se intende chiarire che cosa sta accadendo nelle aree limitrofe ed impedire che l’attività di disboscamento comprometta ulteriormente le già precarie condizioni ambientali del territorio.”

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