PALERMO – 62 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti: con questi numeri all’Ars passa la riforma che abolisce definitivamente le province in Sicilia e da il via alla creazione dei Liberi Consorzi tra Comuni e Città Metropolitane.
“Una legge che fa la storia” l’ha definita Crocetta commentando a caldo l’approvazione del ddl, che ha registrato un’ampia maggioranza grazie anche all’appoggio dei deputati del M5S.
“Il voto di questa sera che abolisce le Province, sostenuto da una maggioranza ampia, legittima un cambiamento che passa alla storia della Sicilia, perché si tratta di un testo di legge che modifica gli assetti istituzionali” dichiara il governatore Crocetta. Felice il capogruppo del Pd Baldo Gucciardi: “Abbiamo scritto una buona riforma, destinata ad essere un punto di riferimento per il resto d’Italia: la Sicilia è la prima Regione a superare le Province con l’istituzione dei Liberi Consorzi, e ad istituire le Città Metropolitane“.
Soddisfatti anche i grillini: “Va a posto uno dei tasselli del programma del Movimento 5 Stelle, che dell’eliminazione dell’Ente e, soprattutto, della sua componente politica, ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia – affermano i grillini all’Ars, che si fanno promotori di quella battaglia che nessuno, prima d’ora, era riuscito a concretizzare – L’idea dell’abolizione delle Province, come quella della riduzione dei costi della politica – aggiungono i deputati – è entrata nel Palazzo assieme a noi. Prima, qui dentro e poi in ambito nazionale, certi temi erano tabù e mai avrebbero avuto diritto di cittadinanza nelle stanze del potere“.
Critiche arrivano dalle opposizioni: “Questa legge – ha detto il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone – non solo non comporterà alcun risparmio, né ottimizzerà alcun servizio, ma aggraverà costi e oneri a carico degli enti locali, ma soprattutto dei cittadini siciliani“.
Per il capogruppo della Lista Musumeci Santi Formica “si è consumata una delle pagine più buie della storia del Parlamento siciliano. Dopo una gestazione di quasi nove mesi e con continue “minacce di aborto”, – dice Musumeci – si è assistito prima in commissione e, successivamente, in Aula a un festival di contraddizioni”.
Ma nonostante i pareri discordanti, la riforma è passata, e adesso si attende il nuovo assetto della Sicilia, che vedrà la nascita di tre Città Metropolitane – Palermo, Catania e Messina – e dei Liberi Consorzi, che dovranno racchiudere Comuni limitrofi con una popolazione minima di 150.000 abitanti. Le funzioni prima spettanti alle Province saranno demandate ai Comuni, ai consorzi o alla Regione, secondo un ordine che sarà deciso in un secondo momento.
Valentina Maniscalco