Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, designata nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il fenomeno della violenza fisica, psicologica e sessuale contro le donne è trasversale, colpisce fasce diverse della società, con ceto sociale e livello di istruzione variabili, il 23% dei casi riguarda, per esempio, le classi medio-alte. Il 76% delle violenze nel nostro Paese avviene tra le mura domestiche a opera di mariti, compagni o di ex partner, le violenze si verificano anche fuori dall’ambiente familiare, sono sconosciuti, conoscenti, amici o colleghi ad abusare delle donne. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, l’abuso maschile sulle donne è purtroppo un fenomeno in forte crescita con numeri allarmanti di stragi senza fine: in Italia ogni 3 giorni 1 donna viene uccisa da un uomo con cui ha avuto o ha una relazione, 1 donna su 3 rimane in silenzio, non parla con nessuno delle violenze subite; sono 1.350.000 le vittime di stupro nel 2012 nel nostro Paese, ma soltanto il 7% delle donne sporge denuncia. Si tratta di stime per difetto, i numeri non sono certi perché in Italia non esiste un osservatorio che registri i delitti che coinvolgono le donne.
Spesso nel raccontare le storie di queste donne e dei loro aggressori si finisce per cadere in cliché che deformano la realtà: L’ho uccisa perché l’amavo. falso!, parafrasando Loredana Lipperini e Michela Murgia. Il possesso che gli uomini vorrebbero esercitare sulle donne non può in alcun modo essere scambiato per amore. Inaccettabili frasi come “L’amavo più della mia vita”, “Ero geloso”, “È stato un raptus”, “Non volevo perderla”, frasi che giustificano azioni ingiustificabili di uomini violenti. Il pretesto passionale non esiste, torneremmo agli anni del Delitto d’Onore, abolito in Italia solo nel 1981, se lo si presupponesse.
“Un uomo violento non merita il tuo amore, merita una denuncia […]”, scrive Serena Dandini in Ferite a morte: non c’è mai nessun amore, nessuna passione in chi agisce con violenza.
Noi di Magaze vorremmo che questa giornata contro la violenza sulle donne non fosse un semplice giorno di celebrazione, ma un ulteriore momento per soffermarsi a riflettere sull’uguaglianza dei diritti umani e sullo stereotipo di una presunta debolezza della donna.
La donna non è debole, ma vittima della debolezza di chi non accettando e condividendo le proprie scelte prova a sopraffarla.
Vi segnaliamo una manifestazione contro la violenza sulle donne organizzata dal Comune di Prizzi in collaborazione l’Associazione Millecolori Onlus, l’Istituto Comprensivo Statale, l’I.I.S.S. Mauro Picone di Lercara Friddi, la Consulta Comunale dei Giovani e il Centro Diurno per Anziani “Giseppe Comparetto”. Di seguito la locandina con il programma degli eventi che inizieranno a partire dalle ore 10.30.
Epifania Lo Presti