Province siciliane addio: la maggioranza da l’ok al presidente Crocetta

Rosario-CrocettaPALERMO – Province addio. Dopo il vertice tra Rosario Crocetta e i capigruppo di maggioranza, a Palazzo d’Orleans arriva la decisione. Governo e maggioranza trovano l’intesa sul ddl di riforma che domani approderà così a Palazzo dei Normanni. La strada intrapresa prevede la realizzazione di un passo storico mai fatto altrove: abolire le nove provincie siciliane che gravano sulla Regione con un costo di 700 milioni di euro all’anno. Verranno sostituite dai liberi consorzi di Comuni, previsti dallo Statuto, con funzioni e competenze diverse rispetto alle attuali Province, dei veri e propri enti di programmazione territoriale.

Risolta anche l’incognita elezioni: l’idea è quella di congelare la tornata elettorale provinciale di maggio onde evitare sperpero di denaro pubblico per l’elezione di cariche che decadranno all’indomani dell’approvazione della nuova riforma. La legge dovrà comunque essere approvata entro il 27 marzo, data di inizio dei comizi elettorali.

Sulla scia dei nuovi provvedimenti in materia di acqua pubblica e rifiuti, ai nuovi consorzi spetterà anche il compito di sostituire i collegi sindacali degli Ato e degli altri enti acquisendo quindi competenze su rifiuti, acque e, inoltre, su edilizia popolare. Altra novità è rappresentata dall’eliminazione delle indennità che verranno abolire e sostituite dai soli rimborsi per consiglieri e presidenti: parte della cifra così risparmiata verrà utilizzata per creare un fondo per sostenere i nuclei familiari in difficoltà che potranno disporre di un reddito annuo di 5 mila euro. Varato inoltre il provvedimento sull’emissione dei Trinacria bond, titoli convertibili utili a smaltire una parte dei debiti della pubblica amministrazione regionale.

Il riassetto riguarda anche le cariche elettive: saranno i Sindaci dei Comuni del consorzio a eleggere tra loro il presidente del consorzio,  mentre ai consigli comunali spetta il compito di eleggere il consiglio numericamente molto più snello rispetto ai consigli provinciali odierni. Già martedì 5 marzo il testo dovrebbe approdare in Assemblea, dove i vari gruppi parlamentari si riuniranno per discutere della riforma. Al contempo si riunirà la commissione Affari istituzionali per esaminare il testo varato dalla Giunta.

In realtà, l’istituzione di liberi consorzi di comuni, non rappresenterebbe altro che la piena applicazione di quanto già stabilisce lo statuto speciale della Regione: la legge regionale 6 marzo 1986, n.9 cita infatti che “L’amministrazione locale territoriale nella Regione Siciliana è articolata, ai sensi dell’art. 15 dello Statuto regionale, in comuni ed in liberi consorzi di comuni […] costituite dalla aggregazione dei comuni siciliani in liberi consorzi, e dotate della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria”.

La Sicilia farebbe da apripista in Italia ad uno dei punti fondamentali del Movimento 5 Stelle, anche se a livello nazionale già governo Monti aveva avanzato una riforma simile, andata però presto nel dimenticatoio a causa della chiusura anticipata della legislatura. Dopo l’intervento “rivelatore” di Rosario Crocetta su Rai Uno, in cui ha anticipato le intenzioni del nuovo provvedimento, la possibilità della sua immediata applicazione è tornata a farsi sempre più certa, nonostante le diverse posizioni in materia da parte dei rappresentarti dei vari partiti politici. Adesso, trovato l’accorso, la strada pare ormai chiara per tutti.