PALAZZO ADRIANO – È davvero uno smemorato chi non ricorda cos’è a chiazzetta. Simbolo di gioventù e di acchiapparedda, ha regalato ai bimbi palazzesi momenti spensierati e gioiosi, di tanto in tanto qualche ginocchio sbucciato e qualche livido da caduta in bicicletta.
Spazio circolare intitolato all’Eroe dei due mondi, da sempre, con l’arrivo della primavera, ha ospitato ragazzini di tutte le età e di ogni generazione.
I due grandi portoni all’estremità delineano i limiti dello stesso campo e le due aree di porta: l’ideale per una partitella di calcio a cinque. Da bambini si è instancabili, non ci si accontenta solo di una partitella e in questo perfetto spazio si organizzano piccoli tornei. Non si fa caso alle macchine che attraversano gli incroci arrivando da via Chiara e da via Roma; o meglio, il sesto uomo, nell’attesa della normale sostituzione, lancia un fischio quando le automobili sono in procinto di un attraversamento.
Le ragazzine amano giochi più simili alla palla avvelenata, anche se fino a qualche anno fa si divertivano ad impersonare il ruolo di commercianti e parrucchieri: montando delle vere e proprie botteghe a cielo aperto, si era soliti fermare i passanti per convincerli ad acquistare qualche vecchio oggettino dimenticato nei cassetti di casa.
Il 24 giugno, poi, quella che una volta era una festa di quartiere e che adesso lo è solo nel pomeriggio: una festa che unisce sacro e profano, fede e folklore. In quello spazio circolare, nel giorno dedicato a San Giovanni Battista, si svolge A rumpitina d’i pignate, una manifestazione che farebbe incuriosire ogni studioso di tradizioni popolari che ancora la ignora.
Mentre le marce sinfoniche intonate dalla Banda A. Scarlatti inebriano l’aria di euforia, una lunga corda attraversa i lati della piazzetta collegando due balconi opposti e alle cui estremità dei ragazzi fanno penzolare di volta in volta una pentola di terracotta legata al centro della stessa corda. Dei giovani in sella ad alcuni asini dovranno mostrare tutta la loro abilità e velocità cercando, con dei bastoni di legno, di rompere le pentole che ondeggiano piene di cenere, aceto, borotalco, monetine e caramelle. Un’atmosfera di allegria e spensieratezza riempie Piazzetta Garibaldi per tutta la durata dell’evento, assieme a tutta la gente che si riversa in massa in quella parte di paese solo per quell’occasione.
Indimenticabile anche la presenza della signorina Arcuri, che dall’alto del suo balcone faceva scivolare un paniere pieno di caramelle per tutti i bambini che coloravano, con le loro urla, un grigiastro pomeriggio di solitudine.
Da qualche anno il punto di ritrovo era stato abbandonato, sostituito con il retro delle ex case ferroviarie. Con molta sorpresa, in questi giorni di sole, si torna ad assistere a quel suolo calpestato e alle vivaci e piacevoli urla.
Epifania Lo Presti